Salute

Nasce il comitato “No forno crematorio a Delia”, Bancheri: “Niente allarmismi, restiamo con i piedi per terra”

Redazione

Nasce il comitato “No forno crematorio a Delia”, Bancheri: “Niente allarmismi, restiamo con i piedi per terra”

Mer, 16/09/2020 - 14:37

Condividi su:

Ho letto con attenzione la notizia della costituzione di un comitato “No forno crematorio a Delia”.

“Il comitato, si legge, consegnerà allo scrivente e per conoscenza al presidente del consiglio comunale di Delia, Antonio Drogo, un documento dove si contestano alcuni aspetti del progetto relativo all’impianto di cremazione i cui lavori inizieranno a breve.

Naturalmente il mio primo pensiero è per la nascita del comitato cittadino che è sempre un bene per la democrazia e per la collettività. Come sindaco di questo paese non posso che esserne felice.

Ma andiamo alle questioni mosse dal nascente soggetto. La prima rimostranza che mi si muove è sul mancato coinvolgimento dei cittadini. Niente di più fuorviante. E’ una affermazione scorretta perché il progetto fu annuciato, insieme agli altri obiettivi programmati, nel rendiconto informativo ‪2013-2015‬ con il titolo “Aggiudicazione dei lavori per la realizzazione di un impianto di cremazione tramite project financing” e successivamente in quello ‪2013-2017‬. I due documenti divulgativi furono consegnati personalmente dal sottoscritto a tutte le famiglie deliane che così furono messe a conoscenza, con largo anticipo, delle intenzioni dell’amministrazione comunale. La notizia fu poi diffusa a mezzo stampa, sul sito del comune e tramite i media on line con ben 18 comunicati stampa. L’obiettivo era per noi di dominio pubblico anche perché la proposta del progetto era stata presentata dalla giunta comunale nella seduta dell 21/10/2016, inserita due mesi dopo nel piano triennale e ampiamente discussa, nella seduta del 20/06/2017, dal consiglio comunale che ne adottò il programma. Da parte nostra quindi abbiamo fatto il possibile per informare il paese circa le intenzioni dell’amministrazione nonché sul grado di sicurezza offerto dall’impianto di cremazione che vanta la rispondenza a norme molto restrittive, ben al di sotto dei limiti e delle prescrizioni che la normativa impone. Praticamente a impatto quasi nullo.

Ora delle due l’una. O i componenti del nascente comitato non erano al corrente del progetto oppure lo erano. Escludendo, come si può ben capire, la prima ipotesi, non resta quella che ne fossero invece a conoscenza. Ma se l’intenzione dell’amministrazione di realizzare l’impianto era di dominio pubblico, ciò vuol dire che chiunque ha avrebbe avuto il tempo per scrivere lettere di protesta, chiedere spiegazioni, presentare istanze. E invece no. Agli atti non risulta che qualcuno abbia chiesto il benchè minimo chiarimento in proposito ne tantomeno che dei privati cittadini, partiti politici, associazioni, agricoltori, si siano fatti vivi per chiedere anche un semplice incontro con il sottoscritto o con l’assessore competente.

Naturalmente il mio ruolo di amministratore pubblico mi impone di farmi carico delle istanze dei cittadini anche quando, come in questo caso, esse si basino, come credo, su motivi di natura psicologica e non su fonti certe e su dati scientificamente attendibili ai quali, noi, abbiamo dato, invece, grande importanza.

E’ bene ricordare che il progetto ha avuto tutti i pareri tecnici richiesti dalla legge sui dati dell’ impianto e cioè dagli organi indicati dalla procedura dello Sportello unico alle Imprese:Arta, Asp, Genio Civile, Vigili del Fuoco, Forestale.

Per quanto riguarda il pericolo d’inquinamento ambientale degli impianti disponiamo di un’ampia documentazione al riguardo che dimostra sotto il profilo scientifico l’inattendibilità dei rischi paventati. L’impatto è classificato molto al di sotto dei limiti imposti dalle leggi nazionali ed europee, tra le più restrittive al mondo. Sulla pericolosità dei forni crematori rimando agli studi condotti da diverse università la cui serietà, attendibilità e credibilità scientifica sono fuori discussione.

<<L’impatto complessivo di un crematorio sulla qualità dell’aria, non è stato mai riscontrato da campagne di misura. Ad oggi campagne di misura sull’ambiente prospiciente un crematorio strutturato come da norme europee e nazionali, non hanno mai rilevato differenze certe tra crematorio in funzione e crematorio spento>>.

E’ ciò che in sintesi emerge dalla relazione del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Gestionale e Meccanica dell’Università di Udine “Aspetti tecnico ambientali di un crematorio”. Una lettura che suggerisco per chierimenti e per fugare dubbi e paure.

Ora chiediamoci se i gas emessi dalle automobili inquinano. Se gli scarichi delle fogne inquinano. Se la plastica inquina. E i fumi? E gli oli esausti delle attività industriali. E quelli dei ristoranti e dei forni inquinano? I prodotti per l’agricoltura e i pesticidi? Inquinano? Cosa c’è oggi che non possa essere classificato potenzialmente inquinante per l’ambiente. La domanda è retorica. Certo che possono inquinare. Almeno in talune condizioni. Sopratutto quando non si rispettano le prescrizioni imposte dalle leggi in materia.

La domanda allora non è se gli impianti, i materiali e le attività umane inquinano ma quanto inquinano, posto che la perfezione non esiste. Ed è proprio questo ciò a cui tende la scienza e la tecnologia. Ridurre ai minimi termini guasti, malfunzionamenti ed errori, grazie alla continua formazione del personale, alla ricerca di nuovi materiali, ai controlli periodici interni ed esterni imposti dalle leggi e dai regolamenti.

Suggerisco quindi di restare con i piedi per terra e di non farsi prendere da certi atteggiamenti che, seppure comprensibili, in certi casi non hanno motivo, a ragione, di esistere.

Non è possibile pensare di fermare il mondo. E’ giusto invece attendersi il massimo grado di sicurezza dagli impianti attuando un monitoraggio e dei controlli continui e qualificati. Questo sì che bisogna chiederlo e pretenderlo.

Quindi niente allarmismi. Non facciamoci prendere dall’emotività che non ci farebbe certamente riflettere in maniera ponderata ma al contrario ci farebbe agire sulla base di paure che, come si sa, risultano essere il più delle volte immotivate.

Faccio notare che, dove gli impianti di cremazione sono in funzione, non risulta che siano state registrate proteste da parte dei cittadini.

Lo ribadisco ancora. L’impianto di Delia è di ultima generazione e cioè tecnologicamente avanzato. Il che vuol dire che in caso di malfunzionamento si bloccherebbe immediatamente grazie ad un servo meccanismo che ne impedisce l’attività. Anche il processo di combustione è governato da un sistema automatizzato che monitora l’attività del processo delle emissioni in aria senza parlare dei filtri che verranno usati e che allo stato attuale sono i migliori e sicuri esistenti.

Inoltre vorrei ricordare che la legge impone dei controlli accurati e costanti a diversi enti regionali competenti per materia.

Circa la dichiarazione del comitato: <<Se l’opera desse lavoro a 200/300 persone allora potrebbe essere un vantaggio per il paese>>, ritengo che sia un’affermazione contraddittoria con lo spirito che dovrebbe animare invece il nascente comitato. Non è certo un ipotetico vantaggio economico a rendere un’opera meno inquinante.

Approfitto per rimarcare un concetto. La nostra scelta non è legata al profitto o a calcoli politici. Sia ben chiaro. Noi rappresentiamo la pubblica amministrazione. E il lavoro delle pubbliche amministrazioni è sempre lo stesso per noi. E cioè offrire servizi efficienti e utili ai cittadini e alle imprese.

La scelta dell’impianto cimiteriale non può che essere quindi una scelta di servizio perché noi crediamo che ogni cittadino sulla base di una sua libera scelta e convinzione debba potere scegliere e avere la possibilità di farsi inumare, tumulare o cremare.

Per quanto ci riguarda crediamo nella democrazia. La nostra attività amministrativa è guidata dalla nostra visione etica e politica che si ispira ai principi del buon governo ma è anche subordinata alle esigenze della collettività. Non facciamo mai di testa nostra. Se una cosa si può fare la facciamo osservando le leggi e rispettando le regole. La facciamo senza mai vantare la pretesa di essere perfetti, ma di certo con l’impegno e la passione richiesti, avendo come riferimenti primari i cittadini, la salute pubblica, le imprese e la scuola. Questo è ciò in questo crediamo fermamente.

Concludo dicendo che non mi sottrarrò al dialogo. Prenderò in considerazione le preoccupazioni avanzate dal comitato cittadino cercando d’interpretarne i motivi reali.

A tal proposito a breve nominerò una commissione composta da professionisti di comprovata esperienza in campo scientifico e tecnico come organo consultivo a supporto dell’attività dell’ Amministrazione in materia ambientale, relativamente alla individuazione e riduzione del rischio d’inquinamento ambientale il cui obiettivo è tutelare le produzioni locali e salvaguardare l’immagine del del nostro territorio.

In questo modo tuteleremo maggiormente la nostra comunità sulla base degli studi e delle indagini in specifici settori a 360 gradi compresa l’attività dell’impianto e grazie ad un monitoraggio mirato avremo una conoscenza migliore del nostro territorio e potremo intervenire per tempo per scongiurare rischi e pericoli per l’ambiente e la salute dei cittadini.

Gianfilippo Bancheri

Pubblicità Elettorale