Salute

Una riflessione sull’episodio di Villa Amedeo. “Nessuna parola di pietà, né di carità cristiana, i tempi oscuri della violenza e dell’odio sono più vicini”

Maurizio Falsone

Una riflessione sull’episodio di Villa Amedeo. “Nessuna parola di pietà, né di carità cristiana, i tempi oscuri della violenza e dell’odio sono più vicini”

Ven, 14/08/2020 - 18:26

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Un uomo nero, forse un migrante, si è spogliato e si è lavato all’interno di una villa comunale d 9i Caltanissetta; grazie ad una foto pubblicata sui giornali il fatto ha destato scandalo. Il sindaco grillino della città, Roberto Gambino, ha rilasciato una dichiarazione che mi ha impressionato perché è tutta incentrata sul tema del decoro (https://www.ilfattonisseno.it/…/immigrato-si-lava-in-pubb…/…).

Nessuna parola sull’enorme problema socio-sanitario che questo episodio svela, nonostante le competenze amministrative in materia siano innanzitutto del Comune. Il sindaco ha solo chiesto maggiori controlli di polizia per evitare che il fatto si verifichi di nuovo. Basterà per impedire all’uomo nero di lavarsi in luoghi non deputati a questa esigenza essenziale?

A parte ciò, nella dichiarazione del sindaco nessuna parola di pietà, né di carità cristiana, in linea con i numerosi leoni da tastiera nisseni, inorriditi dal gesto vergognoso e intrisi di razzismo.

Ma ciò che rende impressionante la dichiarazione è il fatto che a rilasciarla non è stato il sindaco leghista di un comune ricco ed elegante, ove il gesto indecoroso avrebbe sùbito dato nell’occhio. Il sindaco Gambino, infatti, amministra una città quasi decrepita, in cui le ville comunali, come tanti altri luoghi del centro e della periferia, non sono affatto pulite, il verde non è potato, le fontane funzionano raramente, i giochi per bambini spesso necessitano di manutenzione, dei custodi solo un’ombra ogni tanto. Il sindaco indignato dichiara che le “ville hanno un valore inestimabile in città” eppure le loro condizioni sono sempre le stesse. Caltanissetta è una città povera e periferica, piena di disoccupati, alle prese con diverse altre emergenze sociali, una città che si va svuotando come dimostrano i tanti palazzi abbandonati e cadenti del centro storico. Il problema di Caltanissetta è salvarla da una morte prossima. E non è nemmeno detto che i poteri di un’amministrazione comunale siano sufficienti ad evitarla.

A salvarla, fra diversi decenni e a costo di enormi conflitti politici, religiosi e culturali, saranno probabilmente proprio i migranti, come accaduto già in altre epoche. Per cui il sindaco potrebbe almeno portare avanti dei progetti sull’accoglienza e l’integrazione (garantendo servizi igienici ai bisognosi e ville pulite e sicure). Se ciò non rientra fra i suoi programmi, potrebbe per lo meno esprimere qualche parola di umanità cristiana e invitare i propri concittadini a non cedere ad un razzismo suicida e anti-storico. Quando i rappresentanti di una comunità locale dimenticano di essere innanzitutto umani, i tempi oscuri della violenza e dell’odio sono più vicini.

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