Salute

Rassegna Stampa. «Perché il servizio di riabilitazione non torna alla Rsa di viale Monaco?»

Lino Lacagnina - La Sicilia

Rassegna Stampa. «Perché il servizio di riabilitazione non torna alla Rsa di viale Monaco?»

Mar, 04/08/2020 - 08:29

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Tocca stavolta ai pazienti che neces-
sitano di riabilitazione tramite fisio-
terapia alzare la voce per invocare la
ripresa delle attività all’interno del-
la “Rsa” di viale Monaco, da qualche
mese svuotata e utilizzata come cen-
tro anticovid dove far trascorrere ai
convalescenti del coronavirus il pe-
riodo di quarantena prima di essere
dimessi. Qualche settimana addie-
tro, nel corso di una videoconferen-
za con i sindaci del comprensorio, il
direttore generale dell’Asp aveva as-
sicurato che entro la fine di luglio sa-
rebbe stato fatto di tutto per ripristi-
nare le condizioni pre-Covid, com-
preso il ritorno dei reparti tempora-
neamente accorpati nelle rispettive
sedi operative dell’ospedale “Sant’E-
lia”. Tra gli impegni assunti dall’ing.
Caltagirone ci fu anche quello di
riattivare all’interno della “Rsa” il
Dipartimento di Riabilitazione. «In-
vece – fanno sapere alcuni parenti
degli assistiti – ciò non è stato fatto.
Ci risulta che i fisioterapisti sono
stati dirottati nell’ospedale di San
Cataldo e che di fatto sono lì… po-
steggiati».


Una parte dell’edificio è attual-
mente destinata ad accogliere i con-
valescenti da Covid, anche sulla
scorta di una convenzione tra l’Asp e
la Prefettura con la quale è stato de-
ciso di destinare dieci posti letto per
questa esigenza affidandone la ge-
stione alla Cri. «Speravamo – torna-
no a dire i parenti dei pazienti – che
la direzione dell’Asp, subito dopo
l’impegno assunto con i sindaci, au-
torizzasse l’avvio dei lavori di tin-
teggiatura e di sanificazione di tutti i
locali esistenti. Ma siamo ormai ad
agosto e delle promesse fatte non in-
travediamo nemmeno l’ombra».
Finché il servizio non è stato so-
speso, il Dipartimento di Riabilita-
zione è stato punto di riferimento
per tutte le persone con disabilità.
Queste stesse persone oggi non san-
no più cosa fare. Inevitabili, quindi,
le proteste e le pressioni dei familia-
ri rammaricati per non riuscire ad
assicurare le giuste cure ai loro pa-
renti. «Grazie ai medici, ai fisiatri, a-
gli ortopedici, ai fisioterapisti e ai lo-
gopedisti – diceva ieri una delle per-
sone che si è rivolta alla nostra reda-
zione – il centro di viale Monaco era
diventato un punto di riferimento e
di svolta per patologie anche più
gravi come la Sla, le distrofie e le te-
traplegie, oltre che per i bambini che
con patologie genetiche venivano
accompagnati negli uffici del Dipar-
timento per ottenere le prescrizioni
di ortesi. Oggi chi ha esigenze di que-
sto tipo deve fare riferimento alla
palazzina C del presidio ospedaliero,
con immensi disagi per arrivarci».
E un altro genitore ha aggiunto:
«Per avere concessi i presìdi, dob-
biamo telefonare agli “amministra-
tivi”, raggiungibili soltanto per tele-
fono in quanto in smart working.

Ci
muoviamo come birilli da un’offici-
na ortopedia all’altra, trascorriamo
il tempo facendo telefonate per ot-
tenere le necessarie autorizzazioni. I
fisioterapisti prima di tutto ciò era-
no punto di riferimento per i disabi-
li, ora sono costretti a rivolgersi ai
centri privati con dispendio econo-
mico alquanto oneroso».

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