Salute

Coronavirus, la polizia: cambia l’autocertificazione, ecco “l’ultimo modello”

Redazione

Coronavirus, la polizia: cambia l’autocertificazione, ecco “l’ultimo modello”

Gio, 26/03/2020 - 17:20

Condividi su:

Cambia ancora il modulo per l’autocertificazione necessaria per spostarsi nel periodo dell’emergenza coronavirus. Lo ha annunciato il capo della polizia, Franco Gabrielli, sottolineando che “sono state fatte ironie su questo continuo avvicendamento, ma cambiano le disposizioni e noi dobbiamo aggiornare il modulo, anche per intercettare i quesiti che arrivano dai cittadini”.

“Ci sono le straordinarie persone che combattono negli ospedali e poi c’è un’altra battaglia che vede impegnati i nostri uomini, quella di spezzare la catena del contagio, perseguendo i furbi, chi con comportamenti sbagliati può vanificare gli sforzi che stiamo facendo”, ha aggiunto Gabrielli.

Fino al 24 marzo, su due milioni e mezzo di cittadini controllati, ci sono stati 110mila denunciati per il mancato rispetto dei divieti. “La stragrande maggioranza dei cittadini – ha osservato Gabrielli – è rispettosa dei divieti, ma c’è un’altra parte che forse non è consapevole dei rischi o è allergica ai divieti e si comporta in maniera negativa. Nei giorni scorsi avevo sottolineato l’esigenza di misure più efficaci e il governo ha fatto un nuovo decreto che, all’articolo 4, introduce un quadro sanzionatorio diverso”. I comportamenti scorretti potranno venire sanzionati con l’articolo 452 del Codice penale, che punisce i comportamenti colposi con una pena fino a 12 anni di reclusione.

Ammenda da 400 a 4mila euro“L’articolo 4 – ha proseguito il capo della polizia – stabilisce che non c’è più un reato penale, ma un comportamento sanzionabile con un’ammenda che va da 400 a 4mila euro e sarà aumentata di un terzo qualora si usino veicoli, C’è poi una sanzione specifica per violazione di quarantena, con l’arresto da tre a 18 mesi sanzione e il pagamento da 500 a 5mila euro”.

“Essere rigorosi, ma restare umani”“Dobbiamo essere rigorosi – ha affermato ancora Gabrielli – ma anche umani, comprendere che i cittadini sono bersagliati con disposizioni non sempre omogenee, abbiamo infatti anche disposizioni regionali. Dobbiamo quindi far perseguire i furbi, ma comprendere una parte di cittadini che vive una condizione di necessità che non sempre trova riscontri in un modulo e bisogna aiutare chi ha bisogno”.