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Diritti dei siciliani e Statuto speciale, Noi Meridionali: “Traditi dallo Stato”

Redazione

Diritti dei siciliani e Statuto speciale, Noi Meridionali: “Traditi dallo Stato”

Lun, 10/02/2020 - 22:41

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All’incontro dibattito di giorno 8 febbraio scorso, dal titolo Diritti dei siciliani e Statuto speciale, condotto dal prof. Enzo Maiorana, presidente di Noi Meridionali e Adriano Nicosia, Segretario regionale, è stata prospettata l’idea e la necessità di un movimento politico esclusivamente a forza siciliana.

Adriano Nicosia si è soffermato sui contenuti degli art. 36, 37, e 38 dello Statuto speciale della Regione Siciliana, dimostrando, coi numeri e dati, lo “scippo” continuo che viene perpetrato con enorme maestria e intenzionalità ai danni della nostra Regione e dei siciliani.

In buona sostanza, – afferma Nicosia – lo Stato centrale ruba alla Sicilia svariati miliardi all’anno, circa dieci, di IRFPEF e IVA, che ci spettano in base al dettato dell’art 36. L’art 37, invece, ci dà il diritto a riscuotere tutte le tasse di quelle aziende che lavorano nel nostro territorio, e che dovrebbero versare le imposte alla Sicilia, ma che hanno la sede centrale in altro luogo e versano altrove.

In base all’art 38, invece, lo Stato dovrebbe versare annualmente alla Regione Siciliana, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nella esecuzione di lavori pubblici e garantire la cosiddetta continuità territoriale.

Ebbene, in 70 anni, nulla di tutto questo è stato garantito. Non solo, ci rubano le risorse e lo Stato non investe in nulla, al contrario, ci hanno imposto un contributo al risanamento del debito pubblico italiano pari a un miliardo di euro all’anno, una delle più alte quote in Italia.

A quanto pare nessuno ha interesse a tutelare la Sicilia e i siciliani, a maggior ragione i partiti a trazione nazionale. Come può un deputato siciliano di un partito nazionale opporsi al suo segretario che abita a Milano, a Roma o a Bologna? Non può, e deve votare tutto quello che gli dice, anche contro la sua terra per mantenere la poltrona.

Enzo Maiorana ha invece ricordato l’emarginazione totale che vive la Sicilia. I numeri sono spaventosi: il reddito pro capite della Sicilia, rispetto al Nord, è del 50 per cento in meno; la disoccupazione del 350 per cento in più e quella giovanile del 400 per cento; la dotazione infrastrutturale del 300 per cento in meno. 57 mila persone all’anno abbandonano la Sicilia.

Siamo Stati traditi da tutti e da sempre – afferma Maiorana -, dalla Stato centrale ma, soprattutto, cosa più grave, da tutte le classi politiche che si sono succedute nella nostra Regione perché sottoposte a un loro superiore che sta fuori il territorio siciliano. Lo Stato storicamente ha distribuito maggiori risorse al Nord e meno al Sud, non consentendo lo sviluppo di infrastrutture e servizi. Questa differenza è alla base della scarsa competitività del nostro territorio.

Se consideriamo l’ultimo scippo, ammesso anche dal Ministro Boccia, 61 miliardi all’anno per dieci anni, emerge la necessità del siciliano di organizzarsi per difesa, non per altro. Siamo costretti a batterci in prima persona e l’unica soluzione è una forza politica che possa imporre il rispetto dei nostri diritti.

Faccio un appello ai siciliani – continua Maiorana -, muoviamoci insieme, credeteci, per mettere un freno a questo stato di cose bisogna battersi in prima persona, con coraggio e dignità. Io credo che il siciliano possa far questo.

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