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Governo, crisi di ferragosto: gli scenari e i tempi

Redazione

Governo, crisi di ferragosto: gli scenari e i tempi

Ven, 09/08/2019 - 18:34

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Crisi di Ferragosto: Matteo Salvini ha messo fine all’esperienza governativa M5s-Lega dichiarando che dopo il voto sulla Tav – quando in aula al Senato il partito di Luigi Di Maio e il Carroccio si sono divisi votando a favore di due mozioni differenti, contro e pro l’alta velocità – “non c’è più una maggioranza parlamentare”. Nonostante le intenzioni di Salvini fossero di portare avanti una crisi extra parlamentare, il presidente della Repubbica Sergio Mattarella ha preferito percorrere la strada della parlamentarizzazione mandando il presidente del Consiglio alle Camere. Quindi la Lega ha depositato al Senato la mozione di sfiducia che potrebbe essere votata subito dopo la pausa di Ferragosto o, secondo alcuni, addirittura la prossima settimana. Quali sono quindi gli scenari possibili? Le tappe istituzionali e le possibili finestre di voto? Vediamo nel dettaglio gli scenari ipotetici.

CAPIGRUPPO E SFIDUCIA AL SENATO. Lunedì alle 16 la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha convocato la conferenza dei capigruppo per decidere quando calendarizzare in aula la mozione di sfiducia. La Lega chiede di far presto: le date ipotizzabili sono, al momento, il 20 o il 27 agosto. Subito dopo il voto si aprirà formalmente la crisi di Governo.

VOTO IN AUTUNNO O PRIMAVERA. IPOTESI GOVERNO DI TRANSIZIONE

PAROLA AL QUIRINALE Dopodiché sarà il Capo dello Stato a dover dover decidere il da farsi. Sostanzialmente le strade da percorrere sono queste: elezioni in autunno, ipotesi su cui spinge il leader leghista Matteo Salvini, oppure un governo “elettorale” o tecnico che permetta al Parlamento di approvare la legge di Bilancio per poi sciogliersi a fine anno. Se dovesse verificarsi quest’ultima ipotesi il voto slitterebbe a marzo. Come detto, la Lega spinge per andare al voto già tra due mesi, ma l’imminente scrittura della Nota di aggiornamento del Def, la presentazione della manovra e le scadenze finanziarie con l’Unione europa potrebbero portare Matterella a percorrere opzione di un Governo momentaneo.

LE CONSULTAZIONI. Per poterlo fare la prassi istituzionale prevede l’avvio delle consultazioni. Queste non sono previste dalla Costituzione: l’articolo 92 della Carta, infatti, prevede che il presidente della Repubblica nomini il presidente del Consigio e, su proposta di questo i ministri. Per prassi istutuzionale, però, si passa sempre per le consultazioni, ovvero un articolato processo in cui Mattarella incontra i presidenti di Camera e Senato, gli ex presidenti della Repubblica e tutte le delegazioni dei gruppi parlamentari uscenti.

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