Salute

Intervista al padre di Aldo Naro: “Riprendiamo a respirare dopo decisione Gup, iniziamo a vedere luce in fondo al tunnel”

Redazione

Intervista al padre di Aldo Naro: “Riprendiamo a respirare dopo decisione Gup, iniziamo a vedere luce in fondo al tunnel”

Dom, 17/02/2019 - 09:42

Condividi su:

Finalmente riprendiamo a respirare, stiamo cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel”. Rosario Naro commenta la decisione del gup di Palermo che riconosce tra i responsabili dell’omicidio del figlio non solo Andrea Balsano, il buttafuori abusivo del Goa allora minorenne. Per il colonnello dei carabinieri in pensione, l’intervista è anche l’occasione per raccontare i quattro anni senza Aldo; quattro anni senza un figlio che papà Rosario più volte definisce “un cavallo di razza”, massacrato di botte in una discoteca palermitana il 14 febbraio del 2015.
Colonnello, cosa significa la sentenza del gup?
“Finalmente dopo quattro anni di battaglie un giudice ha riconosciuto quanto da noi sostenuto: dietro la morte di Aldo non c’era la responsabilità esclusiva del minorenne già condannato, ma c’erano altri che hanno partecipato al pestaggio. La sentenza conferma quanto riscontrato fin dalle prime battute del processo, avvalorando le perizie dei consulenti e l’esito dell’autopsia da dove emerge che Aldo era stato colpito in diverse parti. Fu un vero e proprio pestaggio: dopo tanto tempo un giudice ha riconosciuto questa verità”.
Lei è un uomo delle istituzioni, un servitore dello Stato. In questi anni ha mai dubitato della giustizia?
“No, non ho mai dubitato della giustizia. Sapevamo che un giudice terzo avrebbe esaminato le tesi dei nostri avvocati, siamo stati sempre sicuri dei nostri convincimenti, certezze basate sulla razionalità”.
In questi anni lei, sua moglie e sua figlia non siete mai stati lasciati soli, c’è stata una massiccia partecipazione al dolore da parte della gente comune.
“Si una partecipazione corale. E’ stata una morte che ha provocato rabbia in molti, un numero incredibile di persone ci è stata vicina, quasi un’immedesimazione per il dolore causato dalla perdita di un figlio. Perché quello che è accaduto ad Aldo poteva toccare a tutti. La frase che risento spesso è che Aldo è figlio di tutti”.
Chi era Aldo Naro?
“Aldo era un bravissimo ragazzo che amava lo studio, la famiglia, gli amici. Uno che non litigava con nessuno, ucciso senza uno straccio di motivo”.
Come se lo immagina oggi Aldo se in quella terribile sera qualcuno non ve l’avesse portato via?
“Sa abbiamo una zia che ha qualche problema con il cuore. Lo immagino mentre lui, cardiologo, cura la zia. Fin da bambino era affascinato dal cuore e ha fatto la tesi in cardiologia. Sarebbe stato un bravissimo cardiologo e avrebbe salvato la vita a tantissime persone”.
Pensa di perdonare chi lo ha ucciso?
“E’ prematuro parlare di perdono. Questo non è il momento in cui parlare di perdono, prima bisogna fare giustizia. In futuro se ne potrebbe parlare, ma non oggi”.
Quando andrà al cimitero a trovare Aldo cosa gli dirà.
“Gli dirò: Aldo grazie per averci aiutato ad aiutarti. Lui che aveva un grande senso della giustizia in qualche modo ci hai aiuti dal paradiso. E gli direi pure: caro figlio mio, sei stato un campione in vita e lo sarai per sempre. Sei e sarai il nostro campione”. 

(di Giuseppe Taibi)