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“E sedutosi … li ammaestrava” : NESSUN PROFETA E’ BENE ACCETTO IN PATRIA (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava” : NESSUN PROFETA E’ BENE ACCETTO IN PATRIA (di don Salvatore Callari)

Lun, 04/02/2019 - 07:30

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E’ una delle espressioni proverbiali del Vangelo, tra le più conosciute. Io credo che pochi sarebbero on grado di  spiegarne la ragione. Si dà per certo che è confermata  dalla esperienza, quindi è vera e viene accettata  e non contraddetta, e quando si rinnovano le circostanze che sono la riprova  della sua verità ci si rassegna serenamente; che si tratti di se stessi  o di altri è la stessa cosa. .  Però che si debba applicare  proprio a Cristo desta meraviglia e anche rabbia. Ma qui si apre un  discorso che più lungo non si potrebbe immaginare: perché tanta opposizione a Cristo e ai suoi seguaci lungo tutto il corso della storia ?  E non si è trattato,( e non si tratta )  di sola ideologia,  ma assume forme concrete, quali le persecuzioni,  crudeltà, e morte. Sappiamo che l’impatto di Gesù col mondo  è stato drammatico fin dall’inizio  della sua esistenza terrena. E S. Giovanni lo dichiara apertamente: “ venne  in mezzo ai suoi  ma i suoi non lo riconobbero. Giudei, Scribi, e Farisei,  lo contrastarono ignobilmente e cercavano  in tutti i modi per  ucciderlo.  Nel momento più vergognosamente decisivo del suo destino terreno, il popolo gridò: “  Non liberare costui, vogliamo libero …. !   Eppure nel giorno in cui  nella sinagoga lesse un brano delle Scritture, tutti restarono stupiti  del suo discorso, furono presi da grande ammirazione e simpatia, che però presto si mutò in avversione e volevano , gettarlo dal precipizio. Un volta faccia impietoso e dissennato. Gesù aveva proclamato che in Lui prendeva concretezza la previsione del profeta “ Oggi  si è adempiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato con i vostri orecchi” Era la conferma della sua identità di Messia, inviato dal Padre ad annunziare un tempo di grazia, ma diventò il motivo del suo rifiuto, del  rigetto del suo Vangelo, della sua novità. E il mondo così  conosce , e ha conosciuto, l’orrore delle tenebre, e si inabissa nel male col disprezzo della giustizia, della fraternità, del perdono, della carità. Attenti, però, perché non dobbiamo pensare sempre che  questo groviglio  di ignominie sia opera degli altri. Almeno nel piccolo cerchio del nostro piccolo mondo abbiamo delle responsabilità che contribuiscono  ad aumentare la macchia nera del male. E’ nostro dovere dimostrarci degni seguaci di Cristo, vivendo secondo il suo insegnamento, e non contrastarlo col comportamento. Tutti siamo chiamati a realizzare quello spirito di beatitudine che ogni cristiano dovrebbe vivere e difendere con sincerità di fede. L’esercizio della virtù cristiane è il segno della  genuina adesione a Cristo senza misconoscerlo come  profeta della Verità.

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