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Janni, Italia Nostra: abbattere il viadotto Morandi e liberare il paesaggio archeologico

Marcella Sardo

Janni, Italia Nostra: abbattere il viadotto Morandi e liberare il paesaggio archeologico

Ven, 07/09/2018 - 08:49

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Abbattere quel viadotto che mette a rischio la sicurezza dei cittadini e dei viaggiatori e deturpa il paesaggio archeologico. Il presidente di Italia Nostra Leandro Janni, in una nota congiunta con il presidente nazionale di Italia Nostra Oreste Rutigliano e la consigliera nazionale di Italia Nostra Liliana Gissara,  condivide in pieno il parere espresso dall’assessore regionale dei Beni Culturali Sebastiano Tusa.

“É bene ricordare  che la spesa prevista per la ristrutturazione del viadotto Morandi di Agrigento si aggirerebbe sui 30 milioni di euro – ha specificato l’assessore Tusa in sinergia con il Sindaco di Agrigento Lillo Firetto e la dalla Giunta comunale -. Anche sulla base di tale constatazione ma soprattutto sull’evidente invasività dell’opera che deturpa il paesaggio della Valle, sia visivamente sia direttamente incidendo con i suoi piloni su aree archeologiche ricche di testimonianze della città antica, si pone il quesito se non sia meglio abbattere del tutto il viadotto”.

Non si tratta di annullare la memoria del grande progettista bensì dare priorità a un bene primario: la sicurezza.

“Ci vuole una tragedia come quella di Genova per scuotere le coscienze e la Sicilia ha un sussulto pronto e positivo rispetto alla vexata questio del viadotto “Morandi” di Agrigento, anch’esso compromesso – si legge nella nota -. Italia Nostra concorda e sostiene pienamente la proposta dell’assessore regionale, ne condivide le motivazioni e propone una soluzione viaria a raso. Italia Nostra propone altresì che, nel rispetto della memoria storica di un rilevante, seppure improprio intervento ingegneristico sul territorio agrigentino, si conservi comunque un segno, un nome e una traccia a ricordo di Morandi, uomo e progettista di grande ingegno”.

I due viadotti Akragas I e Akragas II, meglio noti anche come viadotto “Morandi” di Agrigento, vennero costruiti all’indomani della frana del 1966, su progetto di Riccardo Morandi, per collegare il centro cittadino con i nuovi quartieri a valle. Il tratto di strada comprendente il viadotto Akragas I è stato chiuso per lavori nel 2015. Da marzo 2017 entrambi i viadotti sono oggetto di lavori di messa in sicurezza con chiusura al traffico, prevedibilmente fino al 2021, a seguito di preoccupanti segni di degrado nella struttura.

Già allora si sarebbero potute adottare soluzioni ingegneristiche meno impegnative, costose ed impattanti. Purtroppo le emergenze (e il viadotto Morandi di Agrigento è il frutto dell’emergenza post-frana del 1966) non sempre conducono alle scelte migliori. Contano pure i “nomi di grido”, le tendenze architettonico-ingegneristiche prevalenti,  le risorse economiche in campo. A quei tempi si  decise di affondare i piloni del viadotto nella necropoli greca di contrada Pezzino, sorvolando colpevolmente e senza scusa alcuna sul paesaggio storico millenario della Valle dei Templi.