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Il liceo scientifico “A. Volta” di Caltanissetta al Cern di Ginevra

Redazione

Il liceo scientifico “A. Volta” di Caltanissetta al Cern di Ginevra

Dom, 16/09/2018 - 08:23

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CALTANISSETTA – Sono ben trentadue gli studenti del Liceo Scientifico “A.Volta” di Caltanissetta che, dal 2 al 5 settembre 2018, hanno avuto l’opportunità di visitare il CERN (Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare) di Ginevra, in Svizzera.

Accompagnatori e coordinatori dell’iniziativa sono stati la Prof.ssa Petitto e il Prof. Coccagna, docenti di fisica. «L’esperienza al CERN di Ginevra-spiega la Prof.ssa Petitto–ha rappresentato la naturale conclusione del progetto che inizia con la Scuola Estiva EUSO,svoltasi nei laboratori del Liceo Scientifico “A. Volta”dal 27 agosto al 1° settembre. Gli obiettivi dell’intero percorso mirano ad affinare le capacità degli studenti di lavorare in gruppo e potenziare le attività laboratoriali attraverso l’interdipendenza delle discipline scientifiche. Volevamo verificare gli obiettivi e gli sviluppi di tali obiettivi nella Big-Science, nella ricerca fisica in equipe e, a livello mondiale, il CERN rappresenta il massimo grado di eccellenza».

La partecipazione a quest’importante iniziativa internazionale ha previsto dei tempi organizzativi abbastanza lunghi. «La prenotazione della visita– ha aggiunto la docente Petitto –è abbastanza complessa perché possono accedervi studenti provenienti da tutte la parti del mondo, anche da paesi non membri del Consiglio come America e Australia. Siamo riusciti nel mese di marzo a ottenere una risposta alla nostra prenotazione alla visita guidata e solo a metà Agosto è stata accettata la nostra candidatura alla Conferenza: “LHC ad alta Luminosità: un nuovo orizzonte per le scienze e le tecnologie”. Penso che gli incontri al CERN proseguiranno, ovviamente con ragazzi predisposti e preparati, se riusciremo a ottenere il consenso per la nostra partecipazione alloS’Cool LAB Summer Camp for high-schools».

Selezionati per il merito e per la partecipazione ad iniziative riguardanti l’area scientifica, gli studenti sono: Annalisa Campo, Giorgio Canalella, Iris Maria Pia Candura, Lorenzo Carletta, Francesco Chiappara, Carla Pia Cupani, Mattia Curione, Giuseppe Cutrera, Luca Domenico Di Prima, Giuseppe Di Fazio, Radu Daniel Epure, Giovanni Luca Ferro, Giuseppe Giordano, Alberto Giuliano, Maria Carmela Guarnaccia, Calogero Pio Ingrascì, Marco Lo Vetere, Carlo Salvatore Marcenò, Roberta Medico, Salvatore Alessandro Miceli, Michele Andrea Miraglia, Francesco Nasello, Michele Pane, Matteo Maria Sanguinè, Antonio Sorce e Giorgia Maria Tumminelli. Sei sono, invece, gli studenti che hanno rivestito il ruolo di tutor: Francesco Pio Barone, Samuele Pio Lipani, Giorgio Locicero, Simone Parello, Francesca Potenza e Carlo Sportato.

“Essere tutor – afferma Samuele Lipani- mi ha permesso di visitare il più importante centro per la ricerca nucleare e di contribuire, almeno in parte, all’istruzione delle nuove generazioni attraverso la metodologia del peer to peer”.

Il CERN ad oggi è sede dell’LHC (Large Hadron Collider), il più grande acceleratore di particelle finora realizzato.

Gli studenti hanno visitato il Microcosme il Globo dell’Innovazione e della Scienza, sede della conferenza sull’LHC. È stato nel corso di questa conferenza che gli studenti hanno avuto la possibilità di porre alcune domande a Lucio Rossi, fisico,coordinatore del progetto High Luminosity LHC e docente presso l’Università Statale di Milano.

«La visita è stata entusiasmante perché siamo stati in uno dei più grandi centri di ricerca – sostiene Carlo Sportato –ma ancor più entusiasmante è stato confrontarsi con il direttore del progetto di potenziamento delle prestazioni diLHC ad alta luminosità che produrrà almeno 15 milioni di bosoni di Higgs all’anno, rispetto ai circa tre milioni del 2017.Le nuove cavità – granchioa radiofrequenza contribuiranno ad aumentare la luminosità delle collisioni nel HL-LHC, il futuro aggiornamento del LHC previsto per il 2025.

Le due cavità – granchi superconduttori attualmente prodotte al CERN sono inserite in un criostato appositamente progettato, che le manterrà alla loro temperatura operativa di due kelvin: ciò che le rende speciali è la capacità di “inclinare” i grappoli di protoni in ciascun fascio, massimizzandone la sovrapposizione nel punto di collisione. In questo modo ogni singolo protone nel grappolo è costretto a passare per tutta la lunghezza del grappolo opposto, il che aumenta la probabilità che si scontrino con un’altra particella. Dopo essere stato inclinato, il movimento dei grappoli di protoni sembra essere laterale – proprio come un granchio»

Ma cosa significa visitare il CERN? A rispondere sono gli stessi partecipanti tra cui studenti del biennio, del triennio o universitari, in veste di tutor,diplomatisi al Liceo “A. Volta”.

C’è chi ha appena terminato il biennio, come Giorgio Canalella:«È un modo per noi ragazzi, anche quelli più piccoli, di avvicinarsi ad un mondo, quello del lavoro e di orientarci fin da subito, senza aspettare di arrivare al quinto anno con le idee confuse» oppure chi si è appena diplomato, come Francesco Barone:«La scelta di studiare fisica all’università per me era già chiara, però la visita al CERN mi ha conferito maggiore entusiasmo per l’inizio del nuovo anno accademico». Altri invece sono ad un passo dal concludere gli studi superiori, come Luca Di Prima: «Anche se la visita al CERN non mi ha orientato verso la facoltà di Fisica, perché vorrei fare Medicina, abbiamo scoperto come lì si tendono a svelare i segreti più intimi dell’universo e come siano da attribuire al CERN i maggiori avanzamenti in ambito tecnologico, si pensi al World Wide Web oppure alla scoperta del bosone di Higgs che è stata una svolta nel comprendere come si debba scendere alla natura dell’universo per capire come funziona il nostro mondo». L’attenzione dei ragazzi, però, non si è rivolta alle sole ricerche scientifiche effettuate al CERN. «È stato affascinante – continua Luca –vedere come molte persone provenienti da tutte le parti del mondo riescano a collaborare attraverso un sincretismo culturale». La mission dell’organizzazione travalica la ricerca scientifica, include, infatti, il concetto di collaborazione internazionale il perseguimento dell’avanzamento tecnologico e la formazione degli scienziati del futuro.«Conoscere la realtà del CERN di Ginevra-asserisce Giorgio Locicero– è stata un’esperienza unica e mi ha dato l’occasione di riflettere sul fatto che non è necessario andare in America per raggiungere livelli eccellenti di ricerca. Penso che molti di noi, proprio perché fortemente interessati alla ricerca scientifica, hanno avvertito la necessità di approfondire ciò che avviene all’interno dei laboratori in maniera ancora più dettagliata e specifica, adeguata al proprio livello di conoscenza e competenza».

Entusiasta anche Vito Parisi, dirigente del liceo: «La partecipazione a questo programma internazionale per il Liceo ha un valore enorme, in quanto qualifica l’offerta formativa nell’area scientifica della scuola, per matematica e fisica in modo particolare. Inoltre,il confronto con realtà di livello altissimo e la possibilità di ascoltare in prima persona i ricercatori del CERN permette ai ragazzi di motivarsi e di orientarsi a livello universitario».

Insomma un’esperienza unica, pietra miliare per gli studenti e per l’intero istituto.

(L’articolo è stato curato da Giorgia Maria Tumminelli e le fotografie sono state realizzate da Francesco Pio Barone).

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