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Istat: oltre 2 mln di 15-29enni non sono occupati e non studiano 

Redazione

Istat: oltre 2 mln di 15-29enni non sono occupati e non studiano 

Dom, 15/07/2018 - 09:37

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Nel 2017, in Italia si stima che i giovani di 15-29 anni non occupati e non in formazione (i cosiddetti ‘neet’, Neither in employment nor in Education and Training) siano 2 milioni e 189 mila (24,1%): il 41,0% cerca attivamente un lavoro e il 29,8% costituisce una forza di lavoro potenziali.
La quota di ‘neet’ in Italia ha registrato un continuo aumento dall’inizio della crisi economica, raggiungendo il massimo nel 2014. Il valore dell’indicatore ha poi iniziato a scendere a partire dal 2015 in concomitanza con la ripresa economica registrata anche in Italia tuttavia il valore resta ancora circa cinque punti superiore rispetto a quello del 2008 (19,3%). La quota dei ‘neet’ resta la piu’ elevata tra i Paesi dell’Unione e decisamente superiore non solo al valore medio Ue (13,4%), ma anche agli altri piu’ grandi Paesi europei. Rispetto a questi ultimi, dall’inizio della crisi economica il differenziale e’ aumentato notevolmente (solo la Spagna ha registrato incrementi simili all’Italia, ma e’ stata anche molto piu’ decisa l’inversione di tendenza degli ultimi anni).
Tra i ‘neet’ piu’ giovani, 15-19enni, solo uno su due e’ alla ricerca, piu’ o meno attiva, di un lavoro; ma la percentuale di coloro che vuole lavorare sale al 78,2% tra i 20-24enni ed e’ pari al 71,1% tra i 25-29enni.
Nelle donne e’ piu’ diffusa tale condizione (26,0% contro il 22,4% degli uomini). Nonostante tra le giovani sia inferiore la quota di quelle interessate a lavorare – il 62,6% contro il 79,8% dei giovani – resta evidente anche per la maggioranza delle donne la volonta’ di uscire da questa condizione.
L’incidenza dei ‘neet’ e’ prevalente nel Mezzogiorno (34,4%), con un valore piu’ che doppio rispetto al Nord (16,7%) e molto lontano dal valore del Centro (19,7%). Nel Mezzogiorno il gruppo dei NEET interessati a entrare o rientrare nel mercato del lavoro (77,0%) e’ piu’ ampio di quello del Nord (60,8%) e del Centro (67,5%). La criticita’ del mercato del lavoro meridionale appare nuovamente pervasiva, tenendo ai margini sia giovani uomini sia giovani donne affatto disinteressati ad un ingresso nel mondo del lavoro.
L’incidenza dei ‘neet’, infine, e’ notevolmente piu’ elevata tra gli stranieri (34,4% contro il 23,0% degli italiani); tale differenza e’ dovuta quasi esclusivamente alla componente femminile (23,7% e 44,3% le rispettive quote tra le italiane e le straniere); per la componente maschile il divario di cittadinanza e’ praticamente nullo (1,2 punti).

Nelle donne e’ piu’ diffusa tale condizione (26,0% contro il 22,4% degli uomini). Nonostante tra le giovani sia inferiore la quota di quelle interessate a lavorare – il 62,6% contro il 79,8% dei giovani – resta evidente anche per la maggioranza delle donne la volonta’ di uscire da questa condizione.
L’incidenza dei ‘neet’ e’ prevalente nel Mezzogiorno (34,4%), con un valore piu’ che doppio rispetto al Nord (16,7%) e molto lontano dal valore del Centro (19,7%). Nel Mezzogiorno il gruppo dei NEET interessati a entrare o rientrare nel mercato del lavoro (77,0%) e’ piu’ ampio di quello del Nord (60,8%) e del Centro (67,5%). La criticita’ del mercato del lavoro meridionale appare nuovamente pervasiva, tenendo ai margini sia giovani uomini sia giovani donne affatto disinteressati ad un ingresso nel mondo del lavoro.
L’incidenza dei ‘neet’, infine, e’ notevolmente piu’ elevata tra gli stranieri (34,4% contro il 23,0% degli italiani); tale differenza e’ dovuta quasi esclusivamente alla componente femminile (23,7% e 44,3% le rispettive quote tra le italiane e le straniere); per la componente maschile il divario di cittadinanza e’ praticamente nullo (1,2 punti).

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