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Arcangelo Pirrello sul PRG “democratico”: studio geologico di oltre 20 anni or sono, tra burocrati e scarichi di responsabilità

Redazione

Arcangelo Pirrello sul PRG “democratico”: studio geologico di oltre 20 anni or sono, tra burocrati e scarichi di responsabilità

Lun, 26/02/2018 - 19:41

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Opportuno, oltre che colto e tristemente spassoso, l’intervento dell’Architetto Leandro Janni. Nel suo amaro impasto satirico aggiungerei solo delle note dolorosamente nostalgiche (per me) riferite al periodo nel quale tutto (lo stesso olistico “progetto del mondo”) si sarebbe dovuto decidere nelle “democratiche” (allora aggettivi come “inclusivo” e “partecipato” non erano praticati) assemblee sessantottine, dominio assoluto dei letterati (meglio se poeti strimpellanti), dei sociologi e degli psicologi. Tutti gli altri erano solo tollerati. Comunque ammessi in cattedra i soggetti (o soggette???) di genere femminile, ma solo se bone.

“Pupi siamo, caro signor Fifì”, e subito dopo, con la corda seria, Ciampa  si sarebbe chiesto  se a Caltanissetta sia mai stata avviata una revisione dello studio geologico del PRG, dunque del territorio dove dovranno essere effettuate le partecipate scelte urbanistiche.

E’ il caso di chiarire:

  • Vero è che – generalmente – le condizioni geologiche mutano in scale temporali piuttosto vaste – ben maggiori di quelle umane – e dunque uno studio geologico di vent’anni fa potrebbe sembrare perfettamente attuale ai volonterosi, ma ignari, partecipatori  delle itineranti assemblee cittadine.

Ma è soprattutto vero che:

  • In territorio urbanizzato da tempo le condizioni geologiche di fondo subiscono inevitabilmente serie variazioni – anche di tipo positivo o nell’immediato giudicate tali – che incidono profondamente sugli equilibri geostatici e soprattutto sulle condizioni idrogeologiche – tali variazioni sono tanto più subdole in quanto singolarmente agiscono poco o in modo trascurabile, ma diventano decisive con l’effetto massa di una miriade di azioni dello stesso segno. Di fatto, oggi si parla con convinzione di “geologia urbana”; altra e astratta rispetto alla geologia classica, ma non meno importante e degna d’attenzione. Si spera che non debbano morire troppi cristiani (o musulmani) prima di arrivare ad adottare il famoso “fascicolo del fabbricato” o suo succedaneo, proposto giusto circa vent’anni fa;
  • Se a scala umana le condizioni e i fenomeni geologici di fondo sono pressoché stabili, le loro interpretazioni – e dunque la conoscenza e le previsioni evolutive di esse –  subiscono un costante progresso in funzione del progredire delle scienze geologiche e delle strumentazioni  sempre più precise e sofisticate a disposizione; oltre, naturalmente, di sopraggiunti eventi che possono produrre effetti che cambiano radicalmente il processo interpretativo. Quarant’anni fa il termine “neotettonica” non esisteva e lo studente che avesse parlato di “faglia attiva”, non attuale o recente, ma semplicemente nel Quaternario, non avrebbe superato l’esame di Geologia. Oggi non si parla d’altro che di faglie attive attuali; la conoscenza della geodinamica ha subito una potente accelerazione (in ogni senso, purtroppo), mentre la sismica e la stessa geologia interpretativa, in senso lato, può contare su strumentazioni una volta impensabili come l’interferometria satellitare.

Per ciò che interessa il territorio di Caltanissetta si tenga conto, ad esempio, che gli eventi dell’alba dell’ 11  Agosto 2008 nel quartiere S. Anna, in contemporaneità (tranne l’evento parossistico del pomeriggio dello stesso giorno) con l’attivazione delle maccalube di Terrapelata hanno mutato il quadro geologico conoscitivo. Mentre grazie all’interferometria si può dare adesso una interpretazione compiuta,  e non solo azzardata, dei fenomeni evolutivi della “zona industriale Calderaro” e del “ringiovanimento” (si dice così quando franano) dei versanti della “Difesa”, dietro il cimitero Angeli.

Tutto ciò vent’anni fa non era conosciuto, e non poteva essere previsto, nello studio geologico del PRG di Caltanissetta. Si tenga conto che tale studio ubbidisce ancora ai dettami della circolare regionale T.A. n. 2222 del 31 gennaio 1995, ampiamente superata ormai dalla circolare regionale T.A. n. 57027 del 15 ottobre 2012, dalla circolare regionale T.A. n. 1588 del 14 gennaio 2014  e infine dalla circolare regionale T.A. n. 28807  del 20 giugno 2014; quest’ultima è addirittura rivoluzionaria rispetto alle altre e dà risposte a problematiche fino ad ora mai affrontate come quella di un quadro geologico territoriale a scala regionale continuamente aggiornabile proprio grazie agli studi dei singoli PRG.

Vero è che proprio ai sensi della stessa circolare regionale T.A. n. 28807  del 20 giugno 2014 lo studio geologico di Caltanissetta è perfettamente valido,…ma solo…”per legge”. Si sa, la cosa essenziale per il burocrate è scaricare la responsabilità a qualche altro, se poi la si scarica su una legge, meglio: non sarà stata colpa di nessuno. Ma la geologia e le vera sicurezza del territorio è un’altra cosa.

Inoltre, niente impedisce che, nonostante la legge, un’amministrazione consapevole si doti di uno strumento di conoscenza territoriale come lo studio geologico di P.R.G. (o se si vuole territoriale) aggiornato allo stato dell’arte delle conoscenze attuali (e non quelle di vent’anni fa) prima di fare scelte urbanistiche di qualsiasi tipo.

I palazzi crollano e le frane avvengono nonostante le leggi, le circolari regionali obsolete ma “valide”, le scelta urbanistiche partecipate e le demagogie fin troppo spiccate.

(Arcangelo Pirrello)

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