L’aver definito “una figura ambigua” l’ex pm di Palermo Giuseppe Ayala e’ costato a Gaspare Mutolo, mafioso e poi collaboratore di giustizia, ufficialmente domiciliato presso il Servizio Centrale di Protezione della Polizia di Stato, un rinvio a giudizio per il reato di calunnia. Lo ha deciso il gup di Roma, Clementina Forleo, che ha fissato l’inizio del processo al 17 gennaio prossimo. Stando a quanto accertato dal pm Maria Gabriella Fazi, Mutolo, nel corso della sua deposizione davanti alla corte di assise di Caltanissetta del 25 giugno del 2014, nell’udienza del cosiddetto ‘Borsellino quater’ tenutasi nell’aula bunker di Rebibbia, “incolpo’ falsamente, pur sapendolo innocente” l’ex magistrato, sia perche’ “aveva sentito dire da un mafioso della famiglia di Partanna Mondello, che Ayala aveva da questi ricevuto una quantita’ imprecisata di cocaina per uso personale sia perche’ Toto’ Riina gli avrebbe detto di poter intercedere presso lo stesso, lasciando intendere che l’ex pm fosse corrotto”. Ayala in questo procedimento si e’ costituito parte civile attraverso gli avvocati Titta e Nicola Madia. Nell’aprile dello scorso anno, il giudice di Roma Riccardo Amoroso aveva escluso la sussistenza del reato di calunnia e disposto il “non luogo a procedere” per Mutolo. Ma i difensori di Ayala avevano impugnato il provvedimento davanti alla Cassazione che aveva poi annullato la decisione rimandando il caso all’esame di un altro giudice.