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“SAPETE COSA E ‘ SUCCESSO? ” (di don Salvatore Callari)

Redazione

“SAPETE COSA E ‘ SUCCESSO? ” (di don Salvatore Callari)

Gio, 24/03/2016 - 00:01

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Padre CallariSAPETE  COSA   E ‘  SUCCESSO  ?     non è la curiosità  di sapere qualcosa di un incidente  o di un crimine. Non è una domanda effimera, se teniamo conto che, sostanzialmente, riecheggia la domanda di Gesù fatta agli apostoli quando disse loro : Avete capito quello che vi ho  fatto ? ( quando era nel cenacolo )  oppure quella che i discepoli sulla strada di Emmaus  fanno all’uomo sconosciuto, – che era Gesù – : Tu solo  non sai quello che è successo a Gerusalemme ?

Per riportarci ad un linguaggio e  a un significato che più facilmente può interessare  la nostra vita,, oggi, diciamo, meglio : avete piena conoscenza di quello che è successo ( in quesi giorni misteriosi e drammatici della vita di Gesù ), oppure :  avete compiuta coscienza e conoscenza di quello che succede in questi giorni, che state ricordando con la liturgia  e commemorazioni di vario genere ?  E’ la settimana santa, i giorni più solenni dell’anno liturgico; stiamo ricordando i più augusti  misteri della nostra redenzione. Tutto è concentrato nei tre giorni che la Chiesa  ha chiamato “ il triduo pasquale . ( Giovedì, venerdì e Sabato  ). I tre giorni che “ realizzano “ la salvezza con gli eventi che portano, a compimento la Riconciliazione col Padre , il perdono dei peccati, la proclamazione “della vittoriosa speranza “ che ha aperto l’ingresso all’eternità beata. Ed ecco la “inestinguibile” presenza di Cristo  nel pane della Cena, che è l’eucaristia; del sacrificio del figlio dell’uomo che si è immolato sulla croce; del trionfo della vita nuova. Egli è vivo, Egli è Risorto !

La suggestione della settimana santa è sempre penetrante; vci sentiamo avvolti nel clima della memoria che, se sorretta da sincera fede ed affettuosa devozione, ci fa”contemporanei” delle vicende di Cristo,  e che ci ammalia con la indefinibile sensazione di vedre scorrere , “quelle vicende “  dinanzi ai nostri occhi e nel nostro spirito, che fa sprigionare la professione più nobile rassicurante : Credo Domine ! Io credo Signore.  In modo del tutto particolare, questo dobbiamo dirlo e crederlo del “ mistero della Cena”: dell’Eucaristia , che non è  memoria-ricordo di un gesto da ricordare, di un passato legato, per un istante a quello che è avvenuto, quando Gesù , “avendo amato fino alla fine, disse : Prendete e mangiate! Questo misterioso miracolo, si rinnova, nella più innegabile verità e realtà, ancora oggi, e , prendete e mangiate, che risuona sugli altari per mezzo dei sacerdoti ha la stessa sostanziale  forza di “realtà” , che nasce ,come una incarnazione misteriosa, sotto i nostri occhi e Cristo è con noi, in mezzo a noiu, è in noi, nel mirabile incontro della comunione eucaristica. Con lo stesso devoto incantamento ci è dato di rivivere il dramma della crocifissione del Venerdì Santo. Uno strano giorno: giorno di ira e di misericordia. Ira : come trionfo, seppur temporaneo , del male, del potere delle tenebre, della morte, con il doloroso grido : “ Dio mio, perché mi hai abbandonato?   Misericordia : come trionfo del progetto di Dio e del servizio di Cristo al Padre e all’umanità, con la inaugurazione dei tempi nuovi, del Regno nuovo, “dell’apertura della porta santa” nei cieli, per l’ingresso   nella gloria dell’eterna salvezza.

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