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Caltanissetta. Spende soldi e simula rapina, giovane incastrata dalla Squadra Mobile

Redazione

Caltanissetta. Spende soldi e simula rapina, giovane incastrata dalla Squadra Mobile

Gio, 11/02/2016 - 16:56

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imageCALTANISSETTA – Simula di essere stata rapinata in casa da due finti poliziotti, ma nel giro di poche ore la Squadra Mobile di Caltanissetta scopre che lei, una trentenne nissena, s’era inventata tutto. Così è stata denunciata per simulazione di reato. Tutto è successo mercoledì, i poliziotti dela Mobile sono intervenuti in via San Calogero perchè poco prima la ragazza aveva denunciato di essere stata vittima di una rapina a mano armata da parte di una donna e di un uomo che indossavano una divisa. Già, perché i due estranei si erano presentati a casa come appartenenti alla Polizia e lei li aveva fatti entrare; a dire della vittima, l’uomo l’aveva pure picchiata, e con un coltello l’aveva ferita, e prima di fuggire le avevano portato via due fedi nuziali, 30 euro e le chiavi dell’autovettura.

Gli investigatori dell’Antirapina si mettevano subito a lavoro, a cominciare dall’analisi dei sistemi di videosorveglianza della zona dai quali non si rilevavano anomalie.

La donna, condotta presso gli Uffici della Squadra Mobile, non ha riconosciuto nelle foto segnaletiche mostrategli alcuno dei rapinatori, né sapeva fornire, incalzata dalle domande degli investigatori, descrizioni precise dei banditi. Anche le pattuglie civetta subito sguinzagliate in città non rintracciavano i soggetti indicati dalla donna.

Quindi, già da subito gli elementi raccolti facevano nutrire agli investigatori il dubbio che si trattava di un fatto anomalo, in considerazione che il modus operandi dei rapinatori, che era stato descritto dalla vittima presentava molti passaggi oscuri.

Anche l’analisi dei graffi sulla guancia della donna si presentavano incompatibili con possibili lesioni causate da una lama o da una punta, e le modeste condizioni economiche della famiglia crescevano ancor di più i dubbi sulla versione dichiara dalla vittima.

I sospetti divenivano realtà allorquando la trentenne, resasi conto di essere stata smascherata, decideva di dire la verità sulla faccenda e, al fine di non peggiorare le cose, raccontava di non aver mai subito alcuna rapina e che si era procurata autonomamente le lesioni nel viso, al solo fine di nascondere al marito la vera fine del denaro e delle fedi nuziali, che ha venduto per motivi che non chiarito.

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