Salute

A che gioco giochiamo (Tragica lettera semiseria a Matteo Renzi)

Redazione

A che gioco giochiamo (Tragica lettera semiseria a Matteo Renzi)

Mer, 21/01/2015 - 21:57

Condividi su:

imagePovero Renzi,

(non posso esordire con il fatidico “caro”, perché non mi sei caro proprio per niente),in fondo non hai tutti i torti, si è trattato di una imperdonabile svista, sei stato colto da improvvisa distrazione e ti sei seduto  al tavolo di gioco.  Di fronte e te quello che ritenevi essere il tuo socio, il compagno dell’avventura, al quale, imprudentemente, hai segnalato le tue carte, mentre lui ne prendeva atto e non rispondeva.

Non ti ha svegliato dal sonno neanche la distribuzione delle carte, avendoti convinto con buone maniere che si trattava di nuove regole.

Il gioco si trasformò in disastro: ti hanno annullato tutte le scope; il settebello, da te tanto vantato  e sbandierato al tuo presunto compagno, venne inghiottito da due “regine”, senza che tu ne capissi la ragione. Perdevi una mano dopo l’altra, sempre confortato dalla convinzione che si trattava di regole nuove, alle quali dovevi ancora adattarti.

Quando la tua posta si azzerò  e ti sei indebitato come un carogna, qualcuno, in vena di pietismo tardivo, ti avvertì: “Matteo, guarda che si sta giocando a poker, non a scopone !”. L’avvertimento arrivò troppo tardi, quando gli altri giocatori avevano già riposto gelosamente il bottino nelle loro tasche.

“Ma qui si è barato !”, ti venne da sussurrare, ma venisti zittito con la minaccia di rivelare il tuo errore ai tuoi conoscenti che ti avevano affidato i loro risparmi per giocare e vincere. Si potrebbe affermare che si tratta della classica identificazione di “cornuto e mazziato”, ma non basterebbe, perché hai trascinato nel novero dei cornuti/mazziati tante persone che eri riuscito a convincere, a finanziarti riponendo in te la loro fiducia.

Così ci ritroviamo in tanti a piangere la sola nostra colpa: averti creduto ed averti consentito di sederti, con sicumera e presunzione, in un tavolo di bari, senza neanche saper distinguere a che gioco si stava giocando.

Ormai il danno è fatto e dobbiamo rimettere insiemi i cocci per ricostruire ciò che hai distrutto e che non ti apparteneva, ma ci resta una domanda pressante  da farti, alla quale ti invitiamo a rispondere:

Matteo, ma ce l’hai una casa ?

Rosario Amico Roxas

Pubblicità Elettorale