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Documento esposto di Italia Nostra. Grande Piazza, “La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”

Redazione

Documento esposto di Italia Nostra. Grande Piazza, “La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”

Gio, 10/04/2014 - 01:27

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imageCALTANISSETTA – Noi di Italia Nostra sottoscriviamo, parola per parola, il commento apparso su un noto quotidiano locale (“Ma se accadesse in una città normale…”), relativo alla grave, sconcertante vicenda delle basole “instabili” in pietra lavica di Corso Umberto, a Caltanissetta.  Commento che qui riproponiamo.

“In una città normale una strada appena ripavimentata non deve scucirsi dopo appena sei mesi. E in una città normale non si può infliggere ai cittadini contribuenti l’umiliazione della “carità” dell’impresa che ripara gratis – dice – per amore civico e non perché contrattualmente obbligata. A Caltanissetta, invece, accade. Corso Umberto, ripavimentato con eleganti basole l’anno scorso, è chiuso da quasi un mese – e lo sarà ancora per almeno due settimane – per ulteriori rammendi: per i quali il Comune s’è detto grato all’impresa. Dicono che la strada è stata danneggiata dai mezzi pesanti, e appare una enormità perché in teoria non dovrebbero transitarvi autobus urbani, mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, camion per trasporti nell’area. In una città normale la ripavimentazione di una strada siffatta prevede anche il transito dei mezzi pesanti (cfr. Catania e la non remota ripavimentazione in basolato di via Etnea). E la strada difficilmente si scuce dopo sei mesi: E se accade il Comune fa contestazioni, e non genuflessi ringraziamenti. Quale candidato metterà chiaramente anche questo non insignificante “punto” nella svolta promessa per il voto del 25 maggio?”

imageCos’altro aggiungere? Appaiono evidenti le responsabilità della direzione dei lavori, e certamente i lavori sono stati realizzati male e con materiali non adeguati alle necessità prestazionali. Ad esempio, le basole in pietra lavica avrebbero dovuto essere di spessore minimo di 30 cm. e a forma di cuneo. In più, si evidenziano errori tecnici nelle quote, nelle pendenze, nel massetto sottostante.  Si sottolinea, inoltre, che i progettisti vincitori del concorso “La Grande Piazza” sono stati di fatto estromessi dalla direzione dei lavori e tale direzione è stata assunta da un ingegnere dell’Ufficio tecnico comunale, dal medesimo tecnico-ingegnere che aveva, nel 2009, diretto i disastrosi lavori di ripavimentazione di Piazza Garibaldi. Un progetto, un lavoro sul quale in passato abbiamo scritto: “E che dire degli inspiegabili moduli geometrici che connotano la nuova pavimentazione di piazza Garibaldi, realizzati con scadenti mattoni in conglomerato lavico e inserti di pietra bianca a moduli quadrati, che compongono uno straniante quanto banale effetto grafico? Per non parlare delle vertiginose pendenze, dei salti di quota, del deflusso delle acque piovane e dei conseguenti danni provocati al prospetto principale della Cattedrale Santa Maria La Nova. E d’altronde, il progetto manca, tra le altre cose, di un piano quotato. E poi, gli insopportabili e già sperimentati corpi illuminanti a pavimento con proiezione luminosa verso l’alto (che non hanno mai funzionato), integrati da insignificanti, surreali lampioni di produzione contemporanea. Cosa pensare, infine, della grave cancellazione di due gradini della storica Fontana del Tritone, vero e proprio sfregio, danneggiamento al patrimonio storico-artistico della Città?”

imageUn’ultima cosa, ci corre l’obbligo di evidenziare. Giorni fa, un attento cittadino, ci ha fatto notare un dettaglio significativo dei lavori di ripavimentazione di Piazza Garibaldi: una sorta di targa auto celebrativa in conglomerato lavico, incastonata in un angolo della Piazza, con inciso il nome e il cognome del progettista e direttore dei lavori. Che dire? Il diavolo si annida nei dettagli e di certo la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. E’ indubbio, comunque, che in una città normale certe cose non dovrebbero mai accadere. Ripetersi.

Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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