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L’Angolo dell’Avventura presenta “Terraferma” di Emanuele Crialese, giovedì 27 febbraio alle 20:30 Istituto Testasecca

Redazione

L’Angolo dell’Avventura presenta “Terraferma” di Emanuele Crialese, giovedì 27 febbraio alle 20:30 Istituto Testasecca

Mer, 26/02/2014 - 15:16

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LOCANDINA TERRAFERMACALTANISSETTA – L’angolo dell’Avventura di Caltanissetta, nell’ambito della seconda Rassegna Cinematografica d’Autore denominata “Il mondo in 35 mm. storie di migranti e di frontiere”, giovedì 27 febbraio alle 20:30 presso l’Istituto Testasecca in viale Della Regione, proietta “Terraferma”, del maestro Emanuele Crialese; sarà presente in sala l’attore protagonista del film, il giovane attore lampedusano Filippo Puccillo, nato a Lampedusa nel 1989. Il giovane, nel 2002, è scelto da Emanuele Crialese nel suo  “Respiro”, ambientato in un’assolata Lampedusa, con Valeria Golino ed Elio Germano. Il lavoro di attore per Pucillo è arrivato per puro caso, e ancora oggi tra un film e l’altro svolge vari lavori estivi a Lampedusa. Quattro anni dopo Respiro, Emanuele Crialese richiama Pucillo, dalla cui recitazione fresca e profonda era stato colpito, per renderlo protagonista del suo immaginifico Nuovomondo (2009), in concorso al Festival di Venezia del 2006. Il rapporto che lega Pucillo a Crialese si stringe, “ormai è come un padre per me”, dichiara Filippo, e anche nel suo nuovo film, Terraferma (2011), Crialese riserva un posto da protagonista al giovane attore siciliano.

Mentre Nuovomondo assumeva il punto di vista di emigranti siciliani in rotta verso l’America, l’ultimo  lavoro di Crialese, parla di immigrati e di clandestinità dal punto di vista di una famiglia di pescatori abbarbicata a un’isola (le riprese si sono svolte a Linosa), che si troverà ad avere a che fare con frotte di immigrati clandestini e la nuova regola del respingimento forzato.

Terraferma è la terza opera che Emanuele Crialese dedica al mare della Sicilia in un’instancabile ricerca estetica avviata con Respiro nove anni prima. Come Conrad, Crialese per raccontare gli uomini sceglie “un elemento altrettanto inquieto e mutevole”, una visione azzurra ‘ancorata’ questa volta al paesaggio umano e disperato dei profughi.

Nel rigore della forma e dell’esecuzione, Crialese traduce in termini cinematografici le ferite dell’immigrazione e delle politiche migratorie, invertendo la rotta ma non il miraggio del transatlantico di Nuovomondo. Dentro i formati allungati e orizzontali, in cui si colloca il suo mare silenzioso, Terraferma trova la capacità poetica di rispondere alle grandi domande sul mondo. Un mondo occupato interamente dal cielo e dal mare, sfidato dal giovane Filippo per conquistare identità e ‘cittadinanza’.

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