Per Massimo Allenza, dirigente del Pdl, non ci sono dubbi. Troppi i sintomi che confermano la lite in casa Pd, troppi gli elementi che corroborano la tesi in un Totò Cardinale oramai lontano dal sindaco tanto da averlo pubblicamente scaricato. Un primo cittadino oramai orfano di padri nobili e padrini. “Caro sindaco- suggerisce Allenza- non hai più la copertura politica, torna a Palermo dalla tua famiglia e dal lavoro, fai un passo indietro, ti hanno abbandonato”. Il berlusconiano affronta la sua analisi partendo dal risultato elettorale. “Queste elezioni non hanno fatto altro che mettere in evidenza le beghe politiche che ci sono all’interno dell’amministrazione, con un Cardinale che striglia il sindaco perché nonostante l’intera Giunta e otto consiglieri abbiano votato il Pd, il partito ha subito la batosta. Dall’altro lato Calà, lamentandosi dell’assenza di liquidità accusa il governo regionale. Nel frattempo Mussomeli resta un paese in balia di se stesso, con strade dissestate, immondizia ovunque; un paese grigio che non attrae nuovi investimenti. E tornare in mezzo alla gente, come dicono loro, non aiuterebbe, visto che non hanno progetti. Il voto è stata una bocciatura per il Pd ma anche per l’Amministrazione”. E pure l’annuncio di un rimpasto nell’esecutivo va letto- secondo Allenza- in una chiave di scontro tra Calà e Cardinale. “Il sindaco si sente abbandonato dalla politica e quindi lancia la sua minaccia, è una ritorsione nei confronti di Cardinale. Anche Calà si è accorto di non avere più la copertura politica; un problema accentuatosi dopo la rottura con Misuraca. Ora che c’è una maggioranza a totale trazione Pd, Cardinale lo ha abbandonato. Però il sindaco deve riflettere e capire che senza copertura, senza progetti e strumenti, non ha motivo di restare al suo posto. Deve fare un passo indietro, riflettere, convincersi che non può più governare. Deve dimettersi. Non ci possiamo permettere una continua situazione di sfascio causata da questa Amministrazione che non è riuscita in tre anni a realizzare un’opera”. Infine l’appello distensivo a Calà. “Hai lamentato che lavori su progetti che puntualmente vengono bocciati a Palermo. Anche tu ti sei reso conto che sei rimasto solo: torna a Palermo, al tuo lavoro, dalla tua famiglia. Non vale la pena restare”.
di Redazione 3
Dom, 14/12/2025 - 14:33

