CALTANISSETTA – I netturbini potranno ricevere il saldo di ottobre e la tredicesima, ma non otterranno lo stipendio di novembre, per mancanza di denaro da parte dell’ATO. Per questo motivo hanno annunciato lo sciopero selvaggio ad oltranza. In assemblea hanno gridato tutta la loro rabbia per una situazione che si protrae da anni.
Il liquidatore dell’Ato Ambiente Cl1, Elisa Ingala, ha riversato questa mattina, le somme (390 mila euro circa) appena bonificate, a titolo d’anticipazione, dal Comune di Caltanissetta. La società Caltambiente ha, quindi riferito che gli importi saranno così destinati: 100 mila euro per pagare il saldo d’ottobre, 200 mila euro per pagare il carburante e tasse e 90 mila euro per pagare le tredicesime. Mentre per erogare lo stipendio di novembre, che gli operai devono ancora percepire, come ribadito dal presidente Alberto Giardina, è necessario che l’Ato versi altri 350 mila euro, somme che in atto non sono disponibili.
All’incontro che è stato convocato, questa mattina, dall’Ato Ambiente Cl1, hanno partecipato molti netturbini, assieme alle organizzazioni sindacali: il coadiutore Teobaldo Russo, Alberto Giardina, presidente di Caltambiente, società che gestisce il servizio nel capoluogo, per la parte delle rappresentanze sindacali, Giuseppe Scarantino della Rsa Cgil, Mario Lo Cicero per la Ugl, Liborio Lombardo della Cisl, Andrea Morreale della Uil e Luisa Lunetta della Cgil.
“Non ho nulla in contrario che i lavoratori siano presenti all’incontro – ha detto Luisa Lunetta della Cgil – così che emerga la rabbia e l’esasperazione. Inoltre reiteriamo il messaggio di sensibilizzazione alla magistratura affinché il giudice si pronunci sulla sentenza che consenta lo svincolo delle somme”.
I lavoratori, al termine dell’accesa assemblea, hanno annunciato che, se non otterranno lo stipendio di novembre, non torneranno al lavoro. I sindacalisti, apprezzando lo sforzo del reperimento delle somme, seppure tardivo, rispetto all’impegno assunto nel Tavolo prefettizio, hanno espresso tutta la loro insoddisfazione e sul futuro dei lavoratori e soprattutto sulle certezze di pagamento delle mensilità.
“Non intravedo alcun’altra soluzione – ha detto Elisa Ingala – rispetto a quelle proposta perché le somme pignorate non sono state svincolate, inoltre non ci sono ruoli Tarsu ordinari in riscossione e non si può contare su somme certe se non quelle provento dei cittadini ritardatari o di riscossione sporadiche.

