Salute

Omicidio di Gela. Scatta il terzo fermo, il capo della mobile:”Temiamo nuovi delitti”

Michele Spena

Omicidio di Gela. Scatta il terzo fermo, il capo della mobile:”Temiamo nuovi delitti”

Sab, 08/12/2012 - 14:51

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Il Capo della Squadra Mobile di Caltanissetta, Giovanni Giudice

CALTANISSETTA –  C’e’ un terzo fermato nell’ambito dell’indagine per l’omicidio, commesso ieri a Gela, del lavamacchine di 38 anni, Francesco Martines. Si tratta di Francesco Ferracane, ambulante gelese di 21 anni, testimone del fatto di sangue, sottoposto dai carabinieri della Compagnia di Augusta, collaborati da quelli del Reparto Territoriale di Gela, al fermo di indiziato di delitto, ma solo per il furto di materiale edile da cui e’ successivamente scaturito l’omicidio. Per il delitto gia’ ieri erano stati fermati Angelo Meroni, 46 anni, e il figlio sedicenne della convivente, entrambi di Gela. “Temiamo – ha dichiarato il dirigente della Squadra Mobile
Giovanni Giudice – una vendetta trasversale. Nonostante i nostri serrati controlli, troppa gente a Gela continua ad andare in giro armata”.

Tutto parte, infatti, dal furto subito dalla “Tecnkos srl”, un’azienda che si sta occupando dei lavori per la realizzazione di 630 loculi al cimitero Farello e intestata alla moglie di Martines, incensurata. Un colpo da 25mila euro, subito dalla ditta nella notte fra giovedi’ e venerdi’. Il lavaggista presenta la denuncia alla polizia e poi va alla ricerca dei presunti autori materiali del furto. Con lui anche due congiunti. Il gruppetto si da’ appuntamento davanti a un bar di via Venezia, poi si divide e sale a bordo di due diverse macchine. Martines va con Meroni al quale, dopo un’accesa discussione, molla due schiaffi. Quest’ultimo estrae una pistola ed esplode un colpo in testa al lavaggista, uccidendolo. Punta la pistola anche contro i congiunti di Martines, perche’ testimoni scomodi, ma l’arma si inceppa e il colpo rimane inesploso. I congiunti fuggono e collaborano alle indagini, mentre Meroni abbandona il cadavere in un canale di scolo in contrada “Bulala”, lava la sua Fiat Punto e tenta la fuga insieme al 16enne. I due vengono poi intercettati da una volante della polizia sulla strada provinciale per Mazzarino e portati in commissariato. Meroni nega, ma il figlio minorenne confessa il delitto e accompagna la polizia sul luogo in cui e’ stato abbandonato il cadavere. L’uomo e’ accusato di omicidio volontario, occultamento di cadavere, tentato omicidio in danno dei due familiari di Martines, porto e detenzione illegale di armi e munizioni; il minore solo dell’occultamento del corpo. “Fondamentale – ha aggiunto il dirigente del commissariato di Gela, Gaetano Cravana – la collaborazione dei congiunti della vittima”. A coordinare le indagini, la Procura di Gela.

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