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Mussomeli, continua il silenzio di “Ciccu e Ninu” nell’indifferenza generale

Redazione

Mussomeli, continua il silenzio di “Ciccu e Ninu” nell’indifferenza generale

Sab, 21/07/2012 - 13:30

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MUSSOMELI- Questa volta è il caso di dirlo: qui il tempo si è fermato! Non è la classica frase per indicare lo stato di “primordialità” al quale è relegato quello che fu un tempo il paese di Manfredi e che, da alcuni lustri, vive oggi lo stesso stato di austerità e di “sterilità” socio-economico-politico pari a quello dell’immediato dopoguerra. Si sono fermate, per l’ennesima volta, le lancette di quello che è considerato uno dei monumenti più rappresentativi mussomelesi: la Torre dell’Orologio. Non è una situazione del momento ma uno stato di fatto che dura oramai da diverso tempo. Eppure incredibilmente, la cosa sembra non interessare nessuno nonostante la soluzione al problema esista e pure a costo zero. Già perché da tempo il sig. Giuseppe Di Gesù, impiegato in pensione, ha sempre messo a disposizione e gratuitamente il suo

campana torre dell'orologio

operato per ripristinare l’orologio comunale come segno e testimonianza dell’amore e della passione per le nostre radici. Come riportato da un locale sito internet, finora ha sempre ricevuto “picche” dagli uffici comunali competenti. O per meglio dire, solo un freddo “provvederemo” che ha prodotto altra sporcizia ed immondizia che si somma a quella, da tempo immemore, esistente. Eppure la Torre dell’Orologio conserva in sé tanta storia che non è solo e soltanto quella documentata dai libri. Storicamente fu costruita verso il 1570 da Don Cesare Lanza, un personaggio molto conosciuto dalla tradizione siciliana, divenuto noto per essersi macchiato del delitto della figlia Donna Laura, meglio conosciuta come la Baronessa di Carini. Per conoscere invece aneddoti e storie vere non menzionate da alcun documento o libro, abbiamo richiesto la “consulenza” di uno delle maggiori menti storiche del luogo: Adamo Barba, l’81enne postino in pensione nato e cresciuto nella casa di Via Manfreda 2, situata proprio difronte la Torre dell’Orologio. Ci racconta il signor

Giuseppe Di Gesù

Barba: “Innanzitutto pochi sanno il vero significato del Ciccu e Ninu, il nome attribuito tanto tempo fa ai rintocchi che scandivano alcuni tratti della giornata. I nomi sono solo conseguenza parziale dell’assonanza con i suoni prodotti dalle campane (din=Ninu). Il Ciccu e Ninu scandiva le ore 8,12,20,24,4 ed era composto da 36 rintocchi. Ogni singolo abitante mussomelese si è sempre sentito legato affettuosamente a questo monumento. O almeno così è sempre stato. Basti pensare che in piena seconda guerra mondiale le due campane, la grande e la piccola, furono scese a terra e trasferite altrove per paura che potessero essere sequestrate dai militari che in quel periodo trasformavano tutto il bronzo in bombe. In un giornata nevosa d’inverno molti abitanti si attrezzarono con corde, carrucole e soprattutto con  molta forza di braccia per scendere la grande

Adamo Barba

campana che fu trasferita e nascosta nella chiesa del cimitero. La piccola invece fu conservata nella sede del vecchio municipio oggi Palazzo Sgadari. Finita la guerra, sempre in inverno, le campane furono riportate al loro posto. Ricordo quanta festa facemmo noi bambini a Vincenzo Anfuso ( meglio conosciuto come Vicinzu Pupu Niuru) quando portò al traino la campana piccola.”. Insomma, si parla tanto di recupero e riqualificazione del centro storico per poi non porre attenzione neanche ai monumenti simboli della nostra storia. Diceva Gesualdo Bufalino: “Gli assenti hanno una volta torto, ma novantanove volte ragione.”