CALTANISSETTA – Facevano leva sulle persone in difficolta’, promettevano la cancellazione dei debiti con il fisco, presentavano buste paghe taroccate per ingannare una societa’ finanziaria e ottenere prestiti che poi non restituivano piu’, emettevano false fatture, falsificavano documenti e cancellavano dalla black list soggetti che risultavano protestati. E’ il contesto dell’inchiesta della Procura di Gela sfociata ieri nell’operazione “Cash flow” della Guardia di finanza e illustrata oggi in una conferenza stampa. I provvedimenti restrittivi emessi sono 54, dieci dei quali in carcere, sette agli arresti domiciliari e tre con obbligo di firma.
Gli indagati sono accusati – a vario titolo – di associazione a delinquere, truffa, falso e corruzione. Il sistema, secondo gli inquirenti gestito da diversi professionisti, tra avvocati e commercialisti, ma anche da imprenditori e politici, ha permesso di truffare decine di
milioni di euro. Un’agenzia di consulenza di Agrigento, intestata a Giuseppe Deni, prometteva la cancellazione di debiti con Equitalia e Agenzia delle Entrate. Ma per mettersi in regola con il fisco, bisogna sborsare dai duemila ai tremila euro. Le menti dell’organizzazione erano secondo la Procura due consulenti: oltre a Giuseppe Deni, anche un imprenditore gelese, Fabio Fasulo, gia’ implicato in procedimenti penali. C’era anche un compiacente impiegato nello studio di un notaio che si occupava di protesti di titoli di credito, il quale segnalava all’organizzazione soggetti in difficolta’.
L’attivita’ investigativa ha riscontrato l’emissione e l’uso di fatture per operazioni inesistenti, e falsi ripianamenti e fittizie compensazioni di debiti fiscali, effettuati con crediti di imposta che apparivano come benefici per “nuovi investimenti nelle aree svantaggiate”. Pur essendo Gela la base logistica, la presunta organizzazione aveva ramificazioni in altri comuni della Sicilia e del centro nord della penisola. Ad illustrare i dettagli dell’operazione, il procuratore di Gela, Lucia Lotti. “L’organizzazione -ha detto- si metteva a disposizione soprattutto delle persone piu’ bisognose che avevano problemi con il fisco, approfittando del grave periodo di crisi economica che stiamo attraversando”.