SERRADIFALCO – Carissimi Concittadini, come molti di voi ho letto il volantino squallido e aggressivo, che mi aspettavo esattamente così com’è, con cui un anonimo gruppo che si definisce “I Rappresentanti della coalizione Semplicemente Serradifalco”, senza avere il coraggio di firmarsi con nome e cognome, risponde al volantino diffuso lo scorso giorno 19 c.m. dal sottoscritto Geom. Salvatore Alaimo, che invece si dichiara e si firma.
Questo gruppo interviene a difesa del Sindaco, il quale, evidentemente, non è in grado di difendersi da sé, considerato anche che quando la libera stampa riporta tratti del legittimo dibattito politico del nostro comune, riesce sempre a rendersi irreperibile per non rilasciare dichiarazioni, neanche fosse il Presidente della Repubblica, o rinvia la risposta a una fantomatica seduta di Consiglio Comunale che, guarda caso, si celebra sempre più raramente.
Inizio con il dire che le minacce di rivolgersi alle Autorità Competenti non mi spaventano, perché so quello che dico, forte dei fatti e dei riferimenti normativi e giurisprudenziali, e saprei rappresentare la situazione a chi mi dovesse chiamare: contrariamente ad altre persone, non sono pregiudicato proprio perché non ho mai violato la legge.
Il primo punto su cui questo gruppo, evidentemente non composto da giuristi, visto il tenore scadente e sconclusionato della risposta, riguarda la vicenda della denuncia a carico di un ausiliario del traffico che un cittadino ha sporto ritenendo che un soggetto non legato al comune da un rapporto di pubblico impiego non avesse il potere di elevare contravvenzioni.
Per spiegare a questo gruppo, che evidentemente non capisce nulla di diritto, la consistenza giuridica della vicenda, chiarisco quanto segue: la Legge n. 127/1997, all’art. 17, commi 132 e 133, statuisce che le funzioni di ausiliario del traffico possono essere svolte soltanto da soggetti che siano dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Nella mia veste di Assessore Provinciale (1995/1998), di Consigliere Comunale (2000/2005) e di Assessore Comunale (2005/2009) ho avuto modo, con una umiltà sconosciuta all’anonimo gruppo che mi risponde senza alcuna cognizione di causa, di verificare che la prassi amministrativa e la giurisprudenza NON RICONOSCONO ai lavoratori precari (PUC, LSU, “articolisti”, contrattisti , ecc. ecc.), che lavorino presso un Comune, lo status di pubblici dipendenti ai fini dell’assunzione della qualifica di ausiliario del traffico: uscite dalla vostra ignoranza e leggetevi la Circolare del Ministero dell’Interno n. 30 del 7 agosto 2007, che afferma esattamente quanto ho cercato di fare capire anche a questo Sindaco, ovvero che i precari non possono fare gli ausiliari del traffico.
Con ignoranza e superficialità pari alla loro aggressività e alla loro arroganza i membri di questo gruppo vigliaccamente anonimo (anche se dallo stile ho riconosciuto l’estensore del volantino) affermano che la persona in questione sarebbe un dipendente a tempo determinato del Comune e quindi legittimato a fare l’ausiliare del traffico “nel pieno rispetto delle disposizioni normative vigenti”, espressione in squallido politichese usata da chi sconosce i riferimenti normativi precisi anche se sulla carta (ma solo sulla carta) ha un titolo di studio.
Premetto che la persona in questione è un lavoratore precario del Comune e invito gli anonimi estensori del volantino a cui rispondo di accertarsene bene prima di scrivere cose sbagliate e farsi poi sbugiardare pubblicamente.
L’art. 8, comma 1, del D.Lgs. n. 468/1997 afferma che l’utilizzo di lavoratori socialmente utili (formula estensibile a tutti i lavoratori precari istituiti da leggi speciali) non determina l’instaurazione di un rapporto di lavoro con l’ente pubblico presso cui vengono collocati, come ha confermato il Consiglio di stato con la sentenza n. 1253/2007, che gli anonimi definiscono “datata”: sappiano che in merito il Consiglio di Stato non si è più pronunciato, non avendone avuto occasione, e che questo precedente è autorevole e applicabile.
La stessa norma sopra citata circoscrive l’ambito di utilizzabilità da parte della P.A. dei lavoratori socialmente utili (sempre in tutte le accezioni specificamente previste da leggi speciali) ai settori della cura della persona, dell’ambiente, del territorio, della natura, dello sviluppo rurale e della riqualificazione degli spazi urbani e dei beni culturali, ma non in quello della circolazione stradale o della polizia stradale.
Anche se chi ha scritto la risposta delirante alla quale sto rispondendo ha la cultura giuridica di un troglodita, suppongo che sappia utilizzare internet e digitare da un qualsiasi motore di ricerca le parole chiave che lo condurranno al sito del Ministero degli Interni, del Consiglio di Stato e dell’ANCI, per scoprire che quello che dico è vero.
Infine: cari anonimi, guardatevi la sentenza n. 910/2007 del Giudice di Pace di Caltanissetta,che ha annullato una multa elevata proprio da un pseudo ausiliario del Comune di Serradifalco (Palumbo) perché non legittimato a elevare contravvenzioni in quanto non titolato dello status di pubblico dipendente.
CHIARO IL CONCETTO? AVETE CAPITO O NO?
Passiamo alla vicenda della contravvenzione elevata all’autovettura del Comune in un periodo ricadente, vedi caso, nella precedente campagna elettorale per le Provinciali. Intanto alla guida non c’era il sottoscritto ma ho fondate certezze che ci fosse stato qualcun altro oggi a voi vicino che non ha sentito il bisogno di rimediare all’uso, probabilmente, non autorizzato dell’autovettura, pagando di tasca sua la contravvenzione. In quanto al ricorso fatto davanti al Giudice di Pace, voglio dire tre cose: 1) da che pulpito viene la predica: l’Amministrazione Dacquì ha fatto una miriade di cause, senza sinora vincerne neppure una, a partire dalla lite temeraria per le quote rosa, pagando le spese del giudizio ai ricorrenti e l’onorario all’Avv. Lomonaco, che difendeva il Comune in quella occasione: in totale quattromilasettecento euro; 2) in quel periodo i Giudici di Pace dichiaravano illegittimi gli autovelox perché sprovvisti di un requisito importante e quindi la causa ci poteva stare: poi le cause si vincono e si perdono, come il Sindaco dovrebbe sapere; anzi no, perché sinora le ha perse quasi tutte. Se poi la multa non è stata o è stata pagata, non ne sono responsabile; dei quattromilasettecento euro delle quote rosa, però, ne è responsabile Dacquì.
Passiamo alle “imprese” dell’Amministrazione Dacquì: invece di criticare l’Amministrazione Ricotta, che ha lasciato quasi un milione di euro di attivo nelle casse comunali, perché non dite cosa ha fatto quella nuova? In due anni è stata capace (a quali prezzi poi lo vedremo) di ripristinare la Tesoreria Comunale. Ai cittadini basta? Direi di no! Vogliamo invece dire degli incarichi a Gaeta e Sirna più quelli per le cause date ad alcuni avvocati esterni senza utilizzare l’Avvocato GRATUITO dell’Unione Terre di Collina? Quanto denaro pubblico è stato speso? CIRCA 80.000 EURO. I cittadini che non hanno servizi ne saranno contenti? Vedremo!
Passiamo al contenzioso: anche qui chi ha scritto la lettera e chi l’ha fatta propria non hanno capito niente o fanno finta di non avere capito. Appare chiaro che il Comune deve difendersi se è chiamato in giudizio, ma nel caso di questa Amministrazione l’errore sta nel non utilizzare il servizio legale dell’Unione dei Comuni Terre di Collina, gratuito (lo paga l’Unione con fondi regionali) e produttivo (negli ultimi tre anni, ha vinto tre cause su quattro, come da statistiche pubbliche e conoscibili con un po’ di buona volontà), ma ha nominato avvocati, certamente bravi, che però costano e sui cui risultati vedremo anche prima di quando l’Amministrazione si aspetti.
Veniamo al punto più importante: l’invito a dimettersi che il Sindaco ha fatto a un SUO assessore e a un consigliere comunale della SUA maggioranza perché le loro famiglie sono coinvolte in un processo di mafia (altro che contravvenzioni per eccesso di velocità!).
Agli anonimi che hanno scritto il volantino al quale rispondo dico innanzitutto che proverò quanto ho dichiarato davanti alle Autorità competenti che, sono certo, stanno già valutando questa vicenda e non per quello che ho dichiarato.
E aggiungo: IO STO CON LA LEGALITA’ e tutti sanno, anche gli Organi Inquirenti, che in questo preciso momento sto rischiando in prima persona per dimostrare che il territorio ed i dintorni di Serradifalco erano diventati ( per come si è riusciti a dimostrare) una pattumiera di rifiuti tossici, pericolosi e nocivi che arrivavano anche via mare, ferrovia ed aerea, in un periodo nel quale, ad alti livelli, imperava una certa classe politica e lobby mafiosa. Ma il Sindaco non può fare il paladino antimafia sbandierando iniziative varie dopo essere stato eletto con i voti dell’assessore comunale e del consigliere comunale che hanno frequentazioni con persone implicate con vicende di mafia. E’ chiaro che le famiglie di queste due persone hanno votato per i loro parenti e quindi per l’attuale Sindaco; è chiaro che tutti sapevano la situazione di queste famiglie anche prima dell’odierno processo di mafia; il Sindaco non ricorda, tra l’altro, cosa ha dichiarato nel suo comizio di ringraziamento riportato dalla stampa: il successo elettorale non sarebbe stato possibile senza il ruolo fondamentale dei candidati al consiglio comunale e degli assessori designati. Quindi anche dei due esponenti del suo gruppo e delle loro famiglie.
Sappia, il Sindaco, che le carte di questa vicenda saranno già certamente allo studio delle Autorità competenti, comprese le dichiarazioni da lui rese per ringraziare quelle stesse persone dalle quali oggi, con viltà che ricorda i peggiori esponenti politici del passato, egli stesso rinnega dopo avere avuto i loro voti.
CONCLUDO: sappiano, questi anonimi paurosi e ignoranti che io non mi lascio intimidire e non rinuncio al diritto di opinione e di parola proprio della democrazia, evidentemente sconosciuta al Sindaco, ai suoi anonimi fiancheggiatori e a qualche suo “ispiratore” non tanto occulto.
Serradifalco 22/04/2012
TOTO’ ALAIMO – Libero cittadino di Serradifalco che ha il coraggio di firmarsi

