MUSSOMELI- I pendolari del mondo della sanità, alla luce della riapertura della Sp38, hanno scelto di rinunciare all’occupazione pacifica della strada. Ma si tratta di una decisione che potrebbe rivelarsi temporanea. “L’idea del blocco dei veicoli in transito– spiega Luca Taibi, segretario del sindacato infermieristico Nursind- era una provocazione che se da un lato aveva il solo scopo di stimolare ulteriormente gli organi istituzionali preposti verso una decisone che, poteva e doveva essere prese già tempo addietro ma che tardava ad arrivare, dall’altro non esclude che la stessa venga a ripetersi qualora la situazione stradale non dovesse migliorare. Non siamo degli insorti o dei violenti. Siamo un sindacato esclusivo delle professioni infermieristiche che difende i diritti della categoria in ogni istante dalla professione che, come in questo caso, ha luogo dal momento in cui ci si mette in macchina per andare a lavorare“. Ed ancora: “Non possiamo che essere contenti della riapertura della SP.38. Il 4 aprile è stata la giornata dove ha avuto luogo un diritto sacrosanto rivendicato da tutti i lavoratori pendolari, in particolar modo dagli ospedalieri turnisti, particolarmente danneggiati dalla chiusura di questa importante arteria stradale protrattasi per diverse settimane“. Poi una precisazione che rimanda all’incidente diplomatico con il sindaco Calà. “Abbiamo rinunciato al proposito di protestare pacificamente giorno 11 aprile, non prima di aver fatto sapere che la manifestazione era stata autorizzata dalla Questura nei modi e nei tempi concordati anticipatamente con la locale stazione dei carabinieri“. Anche Calà interviene chiarendo. “Nessuno scontro con il sindacato, forse solo un equivoco sulle mie parole. Anzi, riconosco nel Nursind l’impegno a difesa dei pendolari e la volontà a combattere per un diritto. Nella passata intervista intendevo dire che di norma atti di questo genere, come l’occupazione di una strada, si mettono in pratica senza tanti preavvisi, riconoscendo la legittimità di tale azione“.