CALTANISSETTA – Lo scorso Febbraio Caltanissetta ha ospitato due illustri donne: il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, arrivate nella Nostra città per firmare un progetto promosso nell’ambito del PON sicurezza “Progetto Caltanissetta e Caserta sicure e moderne”. Le due donne, nei loro interventi, hanno spronato i siciliani ad avere il coraggio e la voglia di sfidare la criminalità organizzata che da secoli soffoca l’economia di una terra dalle fortissime potenzialità intellettuali e territoriali. In questo contesto il commissario nazionale antiracket Giancarlo Trevisore ha anche parlato di codice etico e di nuova primavera nel contesto siciliano. Caltanissetta già in passato è entrata nelle cronache nazionali per una volontà, da parte di Confindustria Nissena, nel definire un codice etico che come recita testualmente: “La eticità dei comportamenti non è valutabile solo nei termini di stretta osservanza delle norme di legge e dello statuto. Essa si fonda sulla convinta adesione a porsi, nelle diverse situazioni, ai più elevati standard di comportamento” premettendo inoltre che: “ Tutto il sistema, dal singolo imprenditore associato ai massimi vertici confederali, dovrà essere compartecipe e coinvolto nel perseguimento degli obiettivi e nel rispetto delle relative modalità, in quanto ogni singolo comportamento non eticamente corretto non solo provoca negative conseguenze in ambito associativo, ma danneggia l’immagine dell’intera categoria e del Sistema, presso la pubblica opinione, presso il legislatore e la Pubblica amministrazione.”
In città in passato non è mancata occasione a tutti coloro che operano in ambito politico ed economico di citare parole come etica e moralità. Tutte parole bellissime e condivisibili che, però, poi si infrangono in piccoli ed apparentemente insignificanti gesti che, proprio per la loro esiguità, confermano il famoso detto: “Fate quello che dico e non quello che faccio”.
Mi riferisco alle modalità con cui è stata effettuata la votazione per la nomina del collegio dei revisori dei conti. Lungi da me voler entrare nel merito di strategie più o meno occulte attraverso cui i Consiglieri presenti hanno votato i potenziali candidati, sicuramente incentrate nell’ottica della massima libertà. Concetto quest’ultimo, però, preso troppo alla lettera da parte del consigliere Tricoli che, svilendo il codice etico che il Consiglio Comunale aveva votato nei scorsi mesi, ha pensato bene di dare il voto per il proprio fratello presente tra gli aspiranti revisori, il quale grazie al voto “fraterno”, ha avuto modo di essere eletto. Personalmente sconosco l’esistenza una Legge e/o Norma dello Stato che vieti l’azione che il Consigliere dell’API ha operato, del resto tutti noi comprendiamo che in periodo di crisi occupazionale, aiutare un parente a lavorare non è da condannare.
In questo contesto la cosa che mi rammarica è la “tiepida” accoglienza che i capigruppo consiliari hanno avuto alla proposta di delibera di annullamento “in autotutela” inviata dal segretario Generale Eugenio Alessi al Presidente del Consiglio Comunale. Da quello che leggo sulle cronache si prospetta l’obiettivo di alcuni gruppi consiliari di mantenere lo status quo. Se tale condizioni si dovesse verificare, aggiungerebbe un tassello di ulteriore scredito nella politica e nei loro rappresentanti a Palazzo del Carmine. Ritengo che il comportamento del Sig. Tricoli sia certamente discutibile, ma altrettanto riprovevole è il silenzio di tutti coloro che, eletti dal popolo, dovrebbero essere i primi garanti di quella moralità ed etica che riempie le bocche e denigra l’intelligenza degli elettori.
Vincenzo Lo Muto
Coordinamento Provinciale PDL

