Salute

Sanità: rapporto shock della commissione parlamentare d’inchiesta, c’è anche il caso di Peppe Donzella

Redazione

Sanità: rapporto shock della commissione parlamentare d’inchiesta, c’è anche il caso di Peppe Donzella

Mar, 21/02/2012 - 19:41

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ROMA – Ambulanze che arrivano dopo ore, o che una volta arrivate hanno il defibrillatore rotto, a volte guidate senza la necessaria abilitazione, e poi Pronto Soccorso iperaffollati con attese di giornate intere, diagnosi clamorosamente sbagliate, errori, superficialita’ e dimenticanze clamorose. E’ un rapporto shock quello della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando sulla base delle denunce raccolte negli ultimi due anni e mezzo sulla medicina d’urgenza, che contano almeno 25 morti tra disservizi del 118 e errori al Pronto Soccorso. Denunce dunque, non casi accertati, ma tanto basta per avere un quadro drammatico. Intanto la diffusione geografica: 8 casi segnalati sono in Sicilia, 7 in Calabria, 5 nel Lazio. A volte si tratta di casi al limite della verosimiglianza, se non fosse che ci sono denunce penali: a Caltanissetta il 21 settembre 2010 Giuseppe Donzella muore dopo un intervento al setto nasale che lo fa finire in coma: il trasferimento d’urgenza da un ospedale all’altro ritarda perche’ l’ambulanza deve fare benzina. Il 24 marzo 2011, a Palermo, una tredicenne colpita da emiparesi e afasia e’ costretta con i genitori ad attendere ore al Pronto Soccorso, e si salva solo perche’ i familiari a forza si aprono un varco tra la folla menando fendenti e raggiungono un medico. Un cingalese di 47 anni il 29 ottobre 2010 e’ colpito da infarto ma deve aspettare quattro ore al Pronto Soccorso, e muore.

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