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Firme referendum. Palazzo del Carmine: “Ca referendum nun ci n’è”

Redazione

Firme referendum. Palazzo del Carmine: “Ca referendum nun ci n’è”

Lun, 05/09/2011 - 20:24

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Prima puntata:

CALTANISSETTA – 1 settembre,  mi reco al comune di Caltanissetta per firmare a favore del referendum per l’abolizione della legge Calderoli. Su Linkiesta, come su altri organi di informazioni, avevo letto che sarebbe stato possibile firmare “presso l’anagrafe del proprio municipio”. Perciò, non appena varco l’ingresso principale di palazzo del Carmine, chiedo  dove si trova l’anagrafe. Una dipendente del comune, dai modi poco cortesi, mi  comunica che  al giovedì mattina l’anagrafe è chiuso, e che sarei dovuto tornare al pomeriggio. A quel punto la dipendente comunale, con tono sprezzante, mi chiede come mai dovessi andare all’anagrafe. Io, con molta chiarezza, le spiego che avrei voluto firmare per il referendum contro il porcellum. “Referendum? Ca referendum nun ci n’è. (traduzione: “Qui non sappiamo nulla del referendum”), tuona la “simpatica” dipendente. E poi ancora:”Aspetti che faccio una chiamata”. Chiama, credo l’ufficio elettorale, ed espone così la questione:”Ca c’è uno ca voli firmari per un referendum, chi ni sa tu?” ( Traduzione:”Qui c’è un signore che vorrebbe firmare per un referendum, te ne sai qualcosa?”). Finita la chiamata, la signora mi dice:”Ma è sicuro che esiste il referendum?”. La ringrazio, e vado via. Non contento, appena arrivo in studio, chiamo l’ufficio elettorale del comune di Caltanissetta, ed espongo il problema:”Buongiorno, mi chiamo Giuseppe Falci, vorrei firmare per il referendum contro il porcellum. Cosa dovrei fare?”. Dall’altra parte del telefono mi rispondono così:”Ma chi è stu referendum, ca nun ni sapimu nenti” (Traduzione:” ma cosa è questo referendum, qui non ne sappiamo niente”). E ancora, sempre dall’altra parte del telefono:”Io a talio a televisione, ma nun ni sacciu nenti” (Traduzione:”Io guardo sempre la tv, ma non ne so niente”). Ringrazio, e riattacco il cellulare. E penso: non ci lamentiamo se il Nord disprezza il sud.

Seconda puntata:

5 settembre, alle 10  richiamo l’Ufficio elettorale del Comune di Caltanissetta per ricevere informazioni sulla raccolta firme per il referendum anti-porcellum. Questa volta mi risponde una signora cortese, e dipsonibile. Ecco il contenuto della telefonata:

Io:”Pronto, buongiorno”.

Dipendente comunale:”Si, mi dica”.

Io:”Vorrei un’informazione: è possibile firmare per la raccolta firme sul referendum anti-porcellum?”

Dipendente comunale:”Ascolti, io sono rientrata stamattina, di questo referendum non ne so niente, però,  ho capito qualcosa, chi vuole partecipare (voleva dire firmare?) deve andare dal segretario generale”.

Io:”Ma è già possibile farlo?”

Dipendente comunale:”Almeno stamattina, ho capito così. Io, come le ho già detto, sono rientrata stamane. Fino ad oggi, ero all’oscuro del referendum (Ma un telegiornale, no?)”.

Io:”E per ricevere informazioni più dettagliate al riguardo?”.

Dipendente comunale:”Non glielo so dire. Se vuole chiamare tra una mezz’ora, troverà la dottoressa, e così vediamo se sa qualcosa. Io non le so rispondere, le direi una cretinata”.

Io:”Va bene, la ringrazio. Chiamerò dopo”.

Apprezzo la cortesia della signora. E dopo mezz’ora, ricompongo il solito numero, e trovo la “famosa” dottoressa, “direttora” dell’Ufficio elettorale.

Io:”Signora, sono sempre io, la dottoressa?”

Dipendente comunale:”Gliela passo subito”.

Io:”Buongiorno dottoressa, vorrei avere un’informazione: è possibile firmare per il referendum anti-porcellum?”.

La “dottoressa” fin dalle prime battute mostra sicurezza, e, soprattutto, anche è molto disponibile.

Dottoressa:”Buongiorno, si deve rivolgere alla segreteria generale, che, stando alle ultime informazioni, sta attrezzando alcune strutture per la raccolta firme”.

Io:”Quindi, è già possibile farlo?”.

Dottoressa:”Su questo è bene che si rivolga alla segreteria generale. Io, le posso dire, che nei prossimi giorni troverà indicazioni anche sui giornali”.

Io:”Mi potrebbe dare un recapito della segretaria generale?”.

Dotteressa:”Si, certamente. Eccolo: **********”.

Io:”Grazie”.

Conclusa la telefonata, chiamo immediatamente la segreteria generale. Richiamerò almeno dieci volte, ma non mi risponderà nessuno.

Morale della favola: il 5 settembre, a poco più di 20 giorni dalla scadenza della raccolta firme, al comune di Caltanissetta non c’è traccia della modulistica per poter firmare. Passo e chiudo. Al prossimo aggiornamento.

Terza puntata:

Finalmente alle 16 di oggi mi risponde la segreteria generale del Comune di Caltanissetta. Alla quale chiedo delucidazioni sul referendum abrogativo anti-porcellum. Ecco il contenuto della chiamata.

Io:”Pronto, buona sera, la segreteria generale?”.

Segreteria:”Si, buona sera. in cosa possa esserle utile?”

Io:”L’ufficio elettorale mi ha suggerito di chiamarvi per ricevere delucidazioni sulla raccolta firme del referendum anti-porcellum”.

Segreteria:”Guardi, le passo la mia collega che non sono informata”.

Dopo qualche minuto di attesa dall’altra parte della cornetta giunge la voce di una signora (Ma al Comune di Caltanissetta sono tutte donne?) dai modi gentili.

Impiegata:”Si, pronto. Mi dica”.

Io:”Guardi, desidero ricevere informazioni sul referendum anti porcellum”.

Impiegata:”Quello dell’Italia dei Valori?”.

Spiego all’impiegata della Segreteria Generale che, in realtà, il referendum è stato promosso da Arturo Parisi, cofirmato da Walter Veltroni e Pierluigi Castagnetti, e, solo in seguito, è stato sotenuto dall’Idv.

Impiegata:”Ah, guardi. Qui abbiamo ricevuto dei moduli. Ma noi non siamo stati autorizzati a fare alcuna raccolta firme.. Infatti, quando sono arrivati questi moduli, il segretario mi ha fatto mandare una mail ad una certa associazione, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. C’hanno lasciato qua questi modelli, il segreteria li ha vidimati, ma io, come impiegata, non sono autorizzata a raccogliere firme. Poi, non ci hanno fatto sapere più nulla.

Io:”Quindi, non è possibile firmare?”.

Impiegata:”Qui sta succedendo un equivoco perché stanno concedendo i locali dell’Urp per il referendum dell’Idv”.

Io:”Signora, qui il nodo non è il banchetto dell’Idv. Il nodo è un altro:”è possibile firmare al comune? Si metta nei panni di un cittadino di centrodestra che non condivide il Porcellum, firmarebbe mai in un banchetto dell’Idv?”.

Impiegata:”Io non ci sto capendo più niente”.

Io:”Mi spieghi meglio, l’Urp ha concesso i locali all’Idv?”.

Impiegata:”Si, l’Idv ha fatto richiesta. Mentre quell’atra associazione non ha dato risposta. Mi hanno questi moduli. Io ho chiesto delucidazioni su cosa fare. Il segretario li ha vidimati, ma mi diceva che non siamo autorizzati ad alcuna raccolta firme”.

Io:”La ringrazio per la disponibilità”.

Impiegata:”Guardi, io sono a sua completa disposizione. Magari potrebbe venire qui, parlarne con il segretario generale. Anche a me interessa poter firmare”.

Io:”La ringrazio ancora, buon lavoro”.

E così, anche oggi 5 settembre, al Comune di Caltanissetta non sarà possibile firmare. Meno 25 alla scadenza. La tarantella continua.

Giuseppe Alberto Falci.

(collaboratore del giornale online www.linkiesta.it; ha un blog all’interno del sito che si chiama Laboratorio sicilia: http://www.linkiesta.it/blogs/laboratorio-sicilia)

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