CALTANISSETTA – Oggi 27 Luglio alle ore 21,00, all’Oasi della Cultura (ex Oratorio Salesiani Don Bosco ) di Caltanissetta per l’estate nissena 2011 organizzata dal Teatro Stabile Nisseno con il patrocinio del Comune di Caltanissetta e la direzione artistica di Giuseppe Speciale, secondo appuntamento con il cabaret. Dopo Guarneri successo di pubblico, arriva Rocco Barbaro con il suo spettacolo comico e divertente dal titolo “Menefotto”.
Rocco Barbaro inizia la sua formazione attorale presso la scuola del Teatro Calabria, diretta da Rodolfo Chirico, per poi proseguirla a Milano presso il Laboratorio dell’attore, col maestro argentino Raul Manso.Dal 1986 al 2004, accumula esperienze nel mondo dello spettacolo, che vanno dal cinema alla televisione, passando anche attraverso la radio. Sicuramente degne di citazione sono le sue partecipazioni a trasmissioni quali “Pippo Chennedy Show”, “Zelig”, “Convenscion” e le due edizioni di “Bulldozer”.
«Mio padre mi diceva sempre tu vai alle medie, poi da lì chiedi». «Io me ne fotto del prossimo, figuriamoci del primo». Il calabrese Rocco Barbaro con la sua comicità fulminante è capace di spiazzare il pubblico senza toni urlati, sfruttando solo la genialità cattiva. Il titolo «Menefotto» sintetizza lo spirito dello show nato già ai tempi del «Pippo Chennedy» e poi cresciuto con «Bulldozer» e «Zelig Circus» che ha consacrato Barbaro volto televisivo.
Il teatro di Barbaro ha venature autobiografiche, ma è un’autobiografia riveduta e corretta alla luce di un’impagabile senso dell’ironia. È la storia di Barbaro, emigrante a Milano, che a causa di una forte somiglianza con Michele Placido è “costretto” a fare l’attore famoso. Ma come nei cartoni animati il suo destino non è quello di divo televisivo o cinematografico, bensì quello della controfigura, mestiere pericolosissimo e assai poco gratificante dal punto di vista della notorietà. Questo innamoramento non ostacola e anzi fomenta un umorismo gentile e sottile. L’emigrato, nella sua ansia di integrazione, abbraccia ogni teorema, compreso quello per cui a Milano “un giornale che esce al pomeriggio con le notizie del mattino si chiama La Notte”. Proprio nelle appassionate dediche a Milano, miraggio e delusione a un tempo, Rocco Barbaro esprime al massimo le sue potenzialità comiche. E poi è una parodia continua: dal consumatore stressato dal 3×2 e dalla pubblicità (ma quanta pasta aveva il capitano?), agli attori alle prese con il famoso metodo Stanislavskji, quello dell’immedesimazione totale; dalla Milano che apre all’Europa e chiude all’Alfa fino a un bel sogno-poesia interrotto da un freddo “scusi, scende alla prossima”.


