Salute

Classifica sulla qualità della vita: la provincia Caltanissetta all’ultimo posto. Sui social si accende il dibattito: “Tutto sommato qui non si vive male, non meritiamo l’ultimo posto”

Redazione

Classifica sulla qualità della vita: la provincia Caltanissetta all’ultimo posto. Sui social si accende il dibattito: “Tutto sommato qui non si vive male, non meritiamo l’ultimo posto”

Dom, 16/11/2025 - 21:32

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La classifica 2025 sulla qualità della vita pubblicata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, colloca la provincia di Caltanissetta al 107° e ultimo posto. Un risultato che ha immediatamente acceso il dibattito sui social, dove molti cittadini hanno commentato la notizia sostenendo che — pur tra difficoltà note — “qui non si vive affatto male” e che l’ultima posizione non rispecchierebbe del tutto la realtà.

Un primo chiarimento fondamentale riguarda il perimetro dell’indagine: il dato non si riferisce alla città di Caltanissetta, ma all’intera provincia, cioè al territorio complessivo dei 22 Comuni che la compongono. Una precisazione tutt’altro che marginale, perché la graduatoria riflette una media complessiva che include realtà con servizi, infrastrutture e condizioni socio-economiche molto differenti tra loro. Parlare di “Caltanissetta ultima” significa quindi riferirsi a un territorio ampio e diversificato, non al solo capoluogo.

Nei commenti social emerge una visione più sfumata rispetto alla severità dei numeri. In molti sottolineano che nelle cittadine dell’entroterra siciliano la qualità della vita è spesso legata a ritmi più sostenibili, a relazioni dirette e a una quotidianità meno stressante rispetto ai grandi centri urbani. Una dimensione difficile da misurare con gli indicatori statistici, ma che rappresenta un valore reale per tanti residenti.

Lo studio, tuttavia, restituisce anche un elemento oggettivo che merita attenzione: pur essendo ultima nella classifica generale, la provincia di Caltanissetta figura al 21° posto nazionale nella macro-area “Sistema salute”. Un dato che sorprende se confrontato con le criticità quotidiane della sanità locale, ma che deriva dalla valutazione di parametri come accessibilità ai servizi, qualità dell’assistenza, capacità di risposta del territorio e indicatori sociali e demografici.

Per comprendere la complessità del giudizio complessivo, occorre guardare alle nove aree tematiche su cui si basa l’indagine: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute e infine turismo, intrattenimento e cultura. Ambiti che misurano la vitalità economica, la qualità dell’ambiente, il livello formativo, l’andamento demografico, la sicurezza, il benessere economico, la tenuta del welfare, l’efficienza sanitaria e la ricchezza dell’offerta culturale e turistica.

Attribuire responsabilità dirette a questo risultato sarebbe però un errore. La qualità della vita è un fenomeno complesso, frutto di processi lunghi e stratificati, spesso legati alla storia e alle caratteristiche territoriali. I cambiamenti non sono immediati: anche avviando un percorso virtuoso, gli effetti richiedono tempo per manifestarsi. La metafora più efficace è quella della grande nave: anche quando il comandante imposta la marcia “indietro tutta”, la nave continua per inerzia nella direzione precedente prima di rallentare e cambiare rotta.

Il territorio nisseno, inoltre, porta con sé limiti strutturali noti da decenni: la posizione geografica nell’entroterra siciliano, l’isolamento infrastrutturale, la viabilità complessa, lo scarso collegamento con i corridoi di sviluppo, un tessuto economico fragile. Problemi reali e profondi, che non si risolvono in pochi anni e non possono essere attribuiti esclusivamente alle amministrazioni più recenti.

Nonostante ciò, come molti utenti hanno osservato, la percezione quotidiana della vita non coincide sempre con le classifiche. I disservizi esistono, ma non è detto che in territori meglio posizionati la vita sia automaticamente più semplice o più serena. Le classifiche sono strumenti preziosi, ma non sempre raccontano tutto ciò che vivono davvero i cittadini.

Per questo l’ultimo posto deve essere uno stimolo, non una condanna. Occorre guardare avanti, rimboccarsi le maniche e lavorare insieme: istituzioni, amministratori, imprese, associazioni e comunità. Solo unendo le forze sarà possibile invertire la rotta e migliorare, passo dopo passo, la qualità della vita dell’intera provincia.

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