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Femminicidio Sara Campanella, la famiglia denuncia la madre di Argentino

Redazione 3

Femminicidio Sara Campanella, la famiglia denuncia la madre di Argentino

Mer, 10/09/2025 - 14:58

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“Non luogo a procedere per estinzione del reato per morte dell’imputato”. Questa la sentenza della Corte d’assise di Messina per il femminicidio di Sara Campanella. La sentenza è stata pronunciata dalla presidente della Corte d’assise Maria Eugenia Grimaldi al termine di una breve camera di consiglio nel processo immediato nei confronti di Stefano Argentino, reo confesso e suicida nel carcere di Gazzi dove era detenuto. All’udienza presenti i genitori della studentessa di Misilmeri uccisa a Messina il 31 marzo scorso dal collega di università che aveva respinto. In aula anche il procuratore Antonio D’Amato insieme alla pm Alice Parialò. Nel corso dell’udienza gli avvocati della famiglia Campanella, Cettina La Torre, Filippo Barbera e Riccardo Meandro hanno depositato una memoria nella quale annunciano che presenteranno un esposto. L’ipotesi che chiedono di approfondire è quella di favoreggiamento alla luce delle telefonate e dei messaggi intercorsi tra Argentino e la madre. “Ci aspettiamo la verità quella che sinora è stata cambiata, adattata alle proprie convenienze”, ha detto Cetty Zaccaria, la mamma di Sara Campanella uscendo dal tribunale al termine dell’udienza. “Sara era amore e continuerà a dare amore” ha aggiunto la madre di Sara. La presentazione dell’esposto è stata poi approfondita dai legali nel corso di una conferenza stampa all’hotel Royal. “La madre di Argentino aveva l’obbligo giuridico e morale di fermarlo, di dirgli basta, di lasciarla stare. Noi genitori abbiamo l’obbligo di far capire ai nostri figli che il no di una donna equivale a un no. Abbiamo portato alla procura tutte le chat che abbiamo tratto dai cellulari. Se c’è una responsabilità di terzi è opportuno che venga accertata”, ha sottolineato l’avvocata Cettina La Torre. “Abbiamo analizzato – ha aggiunto – le chat intercorse tra madre e figlio in più di due anni ed emerge con lapalissiana evidenza un coinvolgimento della madre nel pensiero ossessivo di Stefano nei confronti di Sara. Era a conoscenza di tutto quello che faceva”. L’avvocata La Torre, rispondendo a una domanda dei giornalisti, ha anche parlato di una lettera arrivata diversi mesi fa, attraverso il legale di Argentino da recapitare alla famiglia che “però la famiglia non ha voluto leggere. Non abbiamo mai avuto le scuse della madre direttamente, ma una lettera dell’avvocato che è arrivato dopo mesi”. “Abbiamo trovato nelle chat – ha sostenuto l’avvocato Riccardo Meandro – vari elementi che meritano approfondimento. Nell’immediatezza dei fatti Argentino si è messo in contatto con la famiglia e si è fatto venire a prendere fino a Messina i genitori lo hanno prelevato in macchina e noi abbiamo fornito la prova che, quando lo hanno raggiunto in macchina, aveva annunciato alla madre con dei messaggi che aveva commesso l’omicidio, quindi c’era una piena consapevolezza di quello che era avvenuto. A questo aspetto se ne aggiungono altri sui quali manteniamo il riserbo”, ha aggiunto l’avvocato Filippo Barbera. “La famiglia di Sara vuole fortemente la verita’, noi presentiamo l’esposto non per sostituirci alla Procura ma per verificare alcune cose”. “Il contenuto della memoria erano a me sconosciute”, ha affermato l’avvocato Giuseppe Cultrera, difensore di Argentino, “non è stata annunciata una denuncia contro la madre ma un esposto denuncia per fatti gravi e quindi per ipotesi di reato che emergerebbero dal contenuto delle indagini. Si è vociferato in aula che sarebbe una denuncia contro la madre, per me non sarebbe un vero colpo di scena anche perché questa sorta di accanimento nei confronti della signora Santoro ormai è notoria. Mi lascia basito la presentazione di una denuncia nei suoi confronti soprattutto per circostanze che emergerebbero da atti d’indagine perché non bisogna mai dimenticare il dettato normativo dell’art. 384 del codice penale che esclude le ipotesi di favoreggiamento nel caso di necessità di salvare un prossimo congiunto o un familiare e poi mi chiedo che se tutto emerge dalle indagini come mai la procura non ha fatto una variazione”. 

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