Due giornate intense, il 22 e 23 settembre, hanno trasformato Canicattì in palcoscenico di memoria e riflessione con lo spettacolo di Angelo Maria Sferrazza, “Ho incontrato Rosario Livatino – il mio viaggio cercando il giudice ragazzino”.
Un lavoro che va oltre il teatro, diventando testimonianza viva, capace di intrecciare legalità, emozione e memoria collettiva.

Seduti in platea, gli spettatori hanno respirato la forza di una storia che appartiene a tutti: il coraggio silenzioso di Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”, simbolo di onestà quotidiana e fedeltà a valori che non devono piegarsi. “Non era solo un attore a parlare, ma un testimone”, ha raccontato chi ha assistito, descrivendo un vortice di emozioni tra brividi e commozione.

Lo spettacolo porta la firma dell’Associazione Artenauti e si avvale di un cast corale: accanto a Sferrazza e al regista Tony Gangitano – che ha interpretato anche Pietro Nava, testimone oculare dell’omicidio Livatino – hanno contribuito Giusy La Valle (scenografia), Chiara La Rocca (costumi), Dino Callari (marketing), Grazia La Valle (responsabile Ass. Artenauti), Vanessa Tropea (comunicazione), Angelo Palermo (presentatore) e Giacinto Lo Giudice (riprese e interviste).

A suggellare l’importanza dell’iniziativa, su invito della dottoressa Carrubba, Sferrazza è stato accolto oggi negli uffici comunali di Canicattì insieme a parte dello staff. In quell’occasione, il sindaco ha espresso stima e gratitudine per il valore culturale e civile dello spettacolo, che ha saputo coniugare arte e impegno sociale.
Il teatro ha così incontrato le istituzioni, in un dialogo che unisce memoria, cultura e comunità, lasciando un messaggio forte alle nuove generazioni: la legalità non è un concetto astratto, ma una scelta da rinnovare ogni giorno.

