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Caltanissetta. La zia di Michele Trentuno: “Spero che, quanto accaduto a mio nipote, serva da insegnamento a molti ragazzi e alle autorità”

Redazione 1

Caltanissetta. La zia di Michele Trentuno: “Spero che, quanto accaduto a mio nipote, serva da insegnamento a molti ragazzi e alle autorità”

Ven, 26/09/2025 - 08:44

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CALTANISSETTA. “Nel 2025 sarebbe dovuta entrare in vigore una legge sui monopattini elettrici che avrebbe dovuto prevedere l’ obbligo di un casco omologato, indicatori di direzione, le luci, un’ assicurazione per responsabilità civile, ma credo anche maggiori controlli con relative sanzioni da parte delle autorità locali. Invece questa legge non è stata attuata permettendo a tanti ragazzi di correre liberamente per le strade , di modificare la velocità e di mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri. Come mai nessuno ha permesso che venisse messa in atto?”.

Così Maria Rosa Trentuno, la zia di Michele Trentuno, il ragazzo nisseno di 17 anni morto tragicamente in Ospedale per i postumi di un terribile incidente stradale occorsogli mentre era su un monopattino.

” La vita – prosegue la zia di Michele – è un dono prezioso di cui bisogna aver cura e non parlo solo della propria ma anche quella degli altri. I ragazzi devono capire che quando decidono di divertirsi o far provare l’ ebrezza del brivido a qualcuno dovrebbero pensare che non mettono solo a rischio la propria vita ma anche quella degli altri”.

“Voglio che tutti i ragazzi capiscano che la vita non è un gioco dove c’ è chi vince perché sopravvive e quindi si può vantare con un post sui social perché potrà continuare tranquillamente a divertirsi e a vivere la vita di sempre. E chi perde. Mi auguro che ciò che è accaduto a mio nipote possa servire d’ insegnamento a molti ragazzi ad avere rispetto della vita soprattutto quella degli altri. Ma spero che possa servire anche alle autorità locali per far mettere finalmente in atto la legge sui monopattini con i relativi controlli e sanzioni che se fosse stata messa in atto prima avrebbe evitato questa e altre tragedie”.

Maria Rosa Trentuno.

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