Il nostro viaggio alla scoperta delle bellezze di Caltanissetta oggi ci conduce a una delle testimonianze archeologiche più affascinanti e significative dell’intera Sicilia centrale: il sito di Sabucina, che sorge a pochi chilometri dal centro abitato, su un rilievo che domina la valle del Salso. Un luogo che racconta millenni di storia, custode silenzioso di culture antichissime, oggi purtroppo chiuso, vandalizzato e depredato, in attesa di una rinascita che possa restituirgli dignità e visibilità.
Un insediamento dalla lunga storia
Il monte Sabucina è stato abitato fin dall’antica età del Bronzo, come dimostra la presenza della cultura di Castelluccio, una delle più importanti del Mediterraneo preistorico. Gli scavi hanno restituito figurine in terracotta, vasi, urne e strumenti che attestano l’esistenza di una comunità organizzata, con relazioni culturali con le civiltà coeve del Mediterraneo.

Dopo questo lungo periodo di frequentazione, il sito venne abbandonato agli inizi del IV secolo a.C., senza che vi fosse alcuna ricostruzione in età timoleontea, come erroneamente riportato in alcune fonti. Solo in età romana medioimperiale si registra una nuova fase di utilizzo dell’area, non più in sommità, ma ai piedi del monte: a Piano della Clesia sorse infatti una villa rustica, probabilmente una fattoria agricola, alla quale era collegata una necropoli, rinvenuta in contrada Lannari. Questi insediamenti attestano la continuità della vocazione agricola dell’area in epoca imperiale.
Dal Parco Regionale a una gestione trascurata
Per anni Sabucina ha rappresentato un punto di riferimento per la ricerca archeologica e per la valorizzazione del territorio. In passato era Parco Archeologico Regionale, ma dal 2013 è stato inglobato nel più ampio Parco Archeologico di Gela.
Purtroppo, lo stato attuale del sito è tutt’altro che rassicurante. Il parco è chiuso, abbandonato a se stesso, vittima di atti vandalici e saccheggi. L’antiquarium è stato completamente distrutto, così come la passerella metallica che faceva parte del percorso di visita. Un patrimonio che invece meriterebbe tutela, promozione e fruizione consapevole, non solo per il valore storico, ma anche per le potenzialità turistiche e didattiche che potrebbe offrire a tutto il territorio nisseno.
Un appello per il futuro
Raccontare Sabucina nella rubrica “Caltanissetta e le sue bellezze” è un gesto doveroso e, al tempo stesso, un appello. Perché le bellezze, per essere tali, devono essere visibili, curate e accessibili. Il silenzio e l’incuria non possono essere il destino di un sito che parla delle nostre origini, delle nostre radici e della nostra identità.
Caltanissetta ha il dovere – e il diritto – di riappropriarsi di Sabucina, di restituirla alla città, agli studiosi, agli studenti e ai turisti. Perché, anche se oggi versa in condizioni di degrado, il valore che rappresenta è immenso. E continua a essere, a pieno titolo, una delle grandi bellezze di Caltanissetta.

