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Mafia, pizzo ed estorsioni a Ortigia: 4 arresti

Redazione 3

Mafia, pizzo ed estorsioni a Ortigia: 4 arresti

Ven, 04/07/2025 - 14:52

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Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea sono state eseguite da Carabinieri e Guardia di Finanza nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti appartenenti, a vario titolo, a un’associazione di stampo mafioso radicata nel centro di Ortigia, a Siracusa. Stando alle indagini partite nel 2021, al vertice della neo costituita consorteria criminale sarebbe stato individuato Orazio Scarso, con precedenti penali rilevanti, già elemento apicale del clan Bottaro-Attanasio. Scarso si sarebbe imposto quale figura egemone nel panorama delinquenziale locale e avrebbe esercitato il controllo del territorio attraverso sistematiche condotte intimidatorie e violente, quali lesioni personali aggravate, estorsioni e rapine finalizzate ad acquisire la gestione e il controllo di alcune attività. L’organizzazione avrebbe esercitato un capillare e sistematico controllo su diversi settori economici strategici dell’isola, in particolare quelli rivolti all’erogazione di alcuni servizi ai turisti. Sono emersi episodi di violenza, minaccia ed estorsione che sarebbero stati perpetrati ai danni dei titolari di alcune attività commerciali situate in aree ad altissima affluenza turistica, nonché l’imposizione del cosiddetto “pizzo” ai proprietari dei noti servizi “ape calessini”, utilizzati dai turisti per visitare il centro storico.  Il gruppo criminale avrebbe offerto anche un vero e proprio servizio di “recupero crediti” per conto di soggetti estranei alla criminalità locale. Le vittime, sottoposte a minacce e violenze fisiche, sarebbero state spesso costrette a cedere per timore di ritorsioni. Numerosi sarebbero stati gli episodi censiti in tal senso, tutti caratterizzati da una violenza estrema, che sarebbe stata perpetrata, talora, anche in presenza di donne e minori. Le indagini avrebbero permesso di accertare la significativa disponibilità di armi in possesso del sodalizio, sottoposte nel tempo a sequestro. Tra queste, on solo armi comuni da sparo, come pistole e fucili, ma anche esplosivi ad alto potenziale – in particolare una gelatina dotata di innesco – con caratteristiche tali da renderla altamente pericolosa. Le indagini hanno portato al sequestro preventivo di beni mobili, immobili ed attività commerciali del valore di oltre un milione di euro, nonché all’iscrizione, complessivamente, nel registro degli indagati, di 26 soggetti. Sequestrati quasi 40.000 euro in contanti, hashish e cocaina. 

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