Salute

L’amicizia in politica, un valore che lascia il tempo che trova

Sergio Cirlinci

L’amicizia in politica, un valore che lascia il tempo che trova

Mar, 06/02/2024 - 13:34

Condividi su:

La gloria dell’amicizia non è una mano tesa, né il sorriso gentile, né la gioia della compagnia; è l’ispirazione spirituale che ci viene quando scopriamo che qualcun altro crede in noi ed è disposto a fidarsi davvero.
(Ralph Waldo Emerson)
La politica ricalca in molti passaggi quelli che sono i rapporti di vita tra persone. Facendo un parallelismo tra la politica e rapporto di amicizia, si trovano molte similitudini. Partiamo dal come e perchè si diventa amici. Due persone si conoscono e scoprono di avere molti ideali ed interessi in comune. Questo fa sì che provino piacere nell’incontrarsi e nell’intensificare i rapporti, e siamo nell’amicizia spontanea e sincera, stessa cosa in politica. Ma in un rapporto di amicizia non sempre si può essere totalmente d’accordo su tutto e spesso si discute, più o meno animatamente, ma alla fine il rapporto non muta, anzi in alcuni casi si rafforza, stessa cosa in politica. Con il passare del tempo e con l’aumentare dei contrasti, che si fanno sempre più aspri e ricorrenti, il rapporto comincia a vacillare, stessa cosa in politica. Arriva purtroppo il giorno in cui non si sopportano più né certi ragionamenti né tanto meno la persona e pian pianino ci si allontana trovandosi altri amici, stessa cosa in politica.

Ma c’è sempre una spiegazione ed un però. Quando l’amicizia è sincera e soprattutto disinteressata, le discussioni non arrivano mai al punto di rottura ed anzi si fa di tutto per superare certi momenti, capendo magari che l’amico sta attraversando un momento particolare ed anzi lo si cerca di aiutare, ma sicuramente non lo si abbandona al suo destino, andandosi a cercare nel frattempo altre amicizie. Probabilmente non era vera amicizia, era magari amicizia di “trazzera” o peggio opportunismo. Stessa cosa in politica, fino a quando si milita in un partito/movimento, perchè se ne sposano idee e programmi, tutto va bene, ci si spalleggia ed aiuta per mettere in pratica i programmi prefissatisi per crescere insieme. Ma con il passare del tempo o si cambia idea o si viene attratti da qualcosa o qualcuno che promette un’amicizia “migliore”. Ecco che, come per il rapporto di cui sopra, si capisce se fu vera “amicizia” o legata solo ad interessi. Le spaccature in politica, all’interno delle varie formazioni, ci sono sempre state e sempre ci saranno. Nessuno si scandalizza più neanche dei cambi di casacca. Tutto lecito e tutto comprensibile, ovviamente quando questi “cambi” avvengono dopo profonde riflessioni e sicuramente dopo averle tentate tutte senza però riuscire a ricucire i rapporti. Ma quando si va via perchè allettati da offerte migliori, da promesse di poltrone o incarichi, quando addirittura si passa dal bianco al nero e viceversa…beh, in questi casi bisognerebbe riavvolgere il nastro e chiedersi se all’inizio ci si credeva veramente o lo scopo era arrivare “all’uva”.

Chi non condivide più certe linee o certe scelte, dovrebbe avere il coraggio, meglio dignità, di abbandonare momentaneamente la politica ripresentandosi in un secondo memento con il nuovo vestito, soprattutto per non tradire la fiducia datagli da chi li ha votati, che avrà sicuramente votato la persona ma, inutile nasconderlo, anche la parte politica di appartenenza. Ma una poltrona conquistata faticosamente e, in alcuni casi, risicatamente, è difficile da abbandonare…diciamo che ci si affeziona. In questa campagna elettorale, che tarda a cominciare, come l’inverno, vedremo tanti “traslochi” e, ci sarà anche da ridire nel vedere sparire tanti post e commenti fatti sui social, in tempi non sospetti, contro o a favore di candidati a cui si dichiarava amore eterno o eterna opposizione. L’unico amore che non verrà tradito, sarà quello per la città, slogan usato anche impropriamente da chi, uscito dal letargo, di amore per la città in questi anni non ne ha mai dimostrato, non essendosi mai espresso su tematiche che oggi invece diranno di voler e sapere risolvere. Candidati sindaci e consiglieri ci prospetteranno una Caltanissetta, targata 2024/2029, come una città nuova, che risalirà tutte le classifiche possibili, dalla qualità della vita, all’occupazione, alla vivibilità a tutto il resto, insomma una vera rinascita. “Anni fa le fiabe iniziavano con “C’era una volta…”.

Oggi sappiamo che iniziano tutte con “Se sarò eletto…” Carlyn Warner”. Peccato che appena eletti la favola finisce e dalla rinascita si passa alla delusione, la rinascita sicuramente per loro e per il loro arrivismo politico. Ma ovviamente si spera sempre di sbagliarsi, confidando in un futuro migliore. Tutto questo serva soprattutto da insegnamento a tutti coloro che si stanno affaticando nel predisporre le liste per le prossime comunali. E’ chiaro che più liste si avranno, maggiori saranno le probabilità di prendere più voti, e quindi sperare di essere eletti con una maggioranza “bulgara”, rischiando però poi di vedersela sgretolare strada facendo, non riuscendo a lavorare per come ci si riproponeva. Esempi ne abbiamo avuti sia con l’amministrazione precedente, che arrivò a fine legislatura con 4/5 consiglieri dalla sua parte che con l’attuale, passata dai 15 iniziali ai 9 di oggi.
“Gli errori del passato servono da insegnamento” , ma questa massima in politica difficilmente trova applicazione e a farne le spese sono sempre e solamente i cittadini. Ad Maiora

Pubblicità Elettorale