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Evasione e contante: con maggiore tracciabilità si può arginare il fenomeno

Sergio Cirlinci

Evasione e contante: con maggiore tracciabilità si può arginare il fenomeno

Ven, 09/02/2024 - 18:27

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Costituzione Art. 53. “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
“Il dovere di concorrere a sostenere la spesa statale è espressione di un generale dovere di solidarietà, cioè dell’obbligo di contribuire ad assicurare eguaglianza ed a creare un sistema in grado di prevedere dei servizi per tutti, anche i meno abbienti”.
Proprio per questo si stabilì che tale dovere dovesse essere adempiuto sulla base di “criteri di progressività”. Ma non tutti si ritengono “tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” Esiste infatti l’evasione fiscale.
Per evasione fiscale si intendono tutti i comportamenti volti a non pagare o a pagare meno tasse violando norme di legge.
Chi non paga tasse e imposte usufruisce sempre e comunque dei servizi che lo stato offre senza però pagarne i costi, che ricadono su chi invece contribuisce.


E’ giusto fare una distinzione tra evasione, elusione e frode fiscale.
L’evasione fiscale è il comportamento finalizzato a non pagare o a pagare meno tasse violando la legge. Classico esempio è la mancata emissione dello scontrino fiscale.
L’elusione fiscale invece non rappresenta sempre un illecito, sfrutta semmai le carenze normative per eludere appunto il fisco e non versare i tributi.
La frode fiscale infine è un comportamento illecito effettuato deliberatamente contro la pubblica amministrazione, come ad esempio la dichiarazione fraudolenta.
I tributi non versati fanno parte di quella conosciuta come “economia sommersa” che racchiude tutte quelle attività volontariamente nascoste alle autorità fiscali.
Sul “Sole 24Ore” si legge che un milione di P.Iva dichiarano meno di 15 Mila euro l’anno.
Sulla base dei conti nazionali, pubblicati a marzo del 2023, l’evasione fiscale e contributiva si attesta a 157,3 miliardi di euro. Ad onor del vero tutti i governi hanno sempre parlato di lotta all’evasione fiscale ed anche se qualcosa si è fatto la cifra rimane comunque elevatissima. Tante sono le proposte per cercare di arginare il problema, da ultimo anche l’uso di nuove tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale, che analizza strategie e sistemi che si mettono in campo per evadere.


Si cerca anche di aumentare sempre più la trasmissione obbligatoria per via telematica delle informazioni utili a fini fiscali, come ad esempio sostituire gli attuali registratori di cassa con mini terminali collegati direttamente all’Agenzia delle Entrate. Si cerca di attivare un analogo sistema per i lavoratori autonomi e i contribuenti non tenuti ad emettere fattura, scontrino o ricevuta fiscale come professionisti, ristoranti, artigiani, a chi fa dei lavori in casa, etc., che con la scusa dell’amicizia o dello sconto “preferiscono” il contante. Si pensi anche al lavoro e agli affitti in nero, alle rapine, ai furti e alle ricettazione; spaccio, prostituzione di strada. Anche questi fenomeni svanirebbero con la fine del contante. Prevedere l’accertamento automatico per i contribuenti le cui dichiarazioni non corrispondessero ai dati ottenuti dall’Amministrazione, e l’accertamento automatico per tutti i contribuenti che riducessero margine rispetto a quello dichiarato in precedenza.
Utilizzare sistematicamente per tutti i contribuenti le informazioni sui saldi e i movimenti dei conti correnti, cosa che l’Agenzia delle Entrate sta mettendo già in pratica.
Molti non mettono in correlazione il limite del contante all’evasione fiscale, ma esiste sicuramente una “relazione” tra contante ed economia sommersa.
Nella maggior parte delle economie più evolute, diminuisce sempre più l’uso del contante, anche dove non vi sono soglie o sono addirittura più alte delle nostre. In Italia si preferisce invece abbandonare la linea restrittiva e si è innalzato, già nel 2023 e riconfermato nel 2024, il tetto a 5000 euro. Anche chi non condivide le tesi estreme che vorrebbero un abbandono del contante a favore della moneta elettronica, per ragioni di trasparenza, sicurezza ed anche igiene, resta dubbioso davanti all’alto livello del tetto e alla mancanza di una valida motivazione a supporto.


Tutti gli acquirenti di qualsiasi bene o servizio concordano che vi è una “relazioni pericolosa” tra contante ed evasione che, tra le altre cose, rischia di essere interpretato come un segnale di “semaforo verde” anche a forme di microevasione e concorrere ad incrementare il riciclaggio.
Il denaro contante è il motore dell’economia illegale, delle mafie, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, racket delle estorsioni, corruzione, etc…da cui scaturisce il denaro sporco che, grazie a sofisticati canali di riciclaggio, si trasforma, una volta ripulito, in enormi capitali che rientrano e vanno a inquinare l’economia legale. Tutto ciò e innegabile prospera grazie alla moneta contante. Se ogni pagamento venisse tracciato, portare avanti attività criminali sarebbe molto più difficile.
E’ impensabile che i clienti di spacciatori o di prostitute paghino col bancomat. Senza contante non sarebbe possibile rivendere a un ricettatore il frutto di furti e rapine, chi fa del nero non saprebbe più come spendere i soldi, li dovrebbe metterseli sotto il materasso. Nelle banche, nei supermercati o negli uffici dove gira il contante non ci sarebbe più nulla da rapinare. Le obiezioni a questi argomenti sono scuse delle volte che rasentano il ridicolo ed il patetico. Si fa prendono come esempio, anche per fare tenerezza, gli anziani che non saprebbero usare usare le carte, o il giovane figlio nel dargli la paghetta…insomma: sciocchezze. Altra obiezione è il costo della moneta elettronica che impatta sui commercianti, ma anche in questo caso sono argomentazioni inconsistenti.


Il costo delle commissioni applicato agli esercenti dai principali operatori tradizionali in Italia si aggira tra lo 0,7% e l’1% a transazione, addirittura inferiore alla media europea, che raggiunge l’1,1-1,2% anche ai paesi in cui i pagamenti digitali sono più diffusi, negli Stati Uniti supera il 2% in media. Altri lamentano il canone mensile del Pos, ma anche su questo, ormai molti istituti vanno verso l’azzeramento del canone o ad un suo notevole abbattimento.
L’eliminazione o comunque la sua limitazione, abbassando notevolmente la soglia di utilizzo, ad esempio a 50€, sarebbe anche una crescita culturale, ma probabilmente il Italia non si vuol crescere…o a molti non conviene. Ad Maiora

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