Salute

Italia valorizzi la maternità. Presidente CEI: “no a politiche da amministrazione di condominio”

Redazione 2

Italia valorizzi la maternità. Presidente CEI: “no a politiche da amministrazione di condominio”

Lun, 15/08/2022 - 08:23

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“La donna comunica al corpo umano la sua sensibilita’ spirituale, fin dal concepimento, fin dalla gestazione. La donna che diventa madre non e’ una donna violata, consumata, di seconda scelta. La maternita’ deve apparire – ed essere trattata – come un valore aggiunto dell’autodeterminazione femminile, non come un uso e un abuso che le fa perdere valore.

La societa’ civile, la politica e tutta la comunita’ cristiana debbono impegnarsi a riconoscere il prestigio della maternita’ e il valore che la natalita’ rappresenta per i nostri tempi e per il Paese di cui siamo cittadini e cittadine”.

Lo dice oggi il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, in un editoriale su Avvenire in occasione della festa dell’Assunta, che ricorre domani. “Il nostro Paese – il mondo – ha sempre piu’ bisogno di grandi visioni e di uomini e donne umili che se ne lasciano appassionare e non hanno paura di donare la vita per trovarla”, sottolinea. Secondo l’arcivescovo di Bologna, “la cultura moderna ci ha resi gelosi della nostra liberta’ di vivere: e persino di morire.

Ma siamo anche diventati molto rassegnati al corto respiro del nostro modo di godere la vita”. “Possiamo chiamarlo disincanto, per dare un tono molto adulto e molto razionale a questo pensiero – prosegue -. Di fatto, da quando abbiamo abbassato il cielo dei nostri desideri restringendolo all’orizzonte del nostro io, anche la terra ci sembra piu’ avara di vere soddisfazioni e di autentici entusiasmi. A ragione si parla di passioni tristi”.

“Ci affanniamo giustamente ad aggiustare la societa’ e l’habitat per tanti individui, ma non crediamo piu’ nella comunita’ e nel mondo che dovrebbero ospitare la fraternita’ di cui abbiamo bisogno e alla quale apparteniamo – spiega il card. Zuppi -. Dobbiamo chiederci se per caso non ci stiamo rassegnando a essere una sorta di colonia di insetti, certo, evoluti e ingegnosi. La societa’ che stiamo costruendo rischia di avere paura della vita e diffidare della speranza”.

“Scopriamo di avere politiche da amministrazione di condominio, aspettative di vita giovanilistiche, distanze umilianti e in crescita: fra ricchi e poveri, uomini e donne, vecchi e bambini, mediatici e anonimi, onesti e furbi – prosegue -. Nello spaesamento dell’incertezza, cresce il fascino della chiusura in spazi ristretti e orizzonti chiusi e angusti”. “L’autoreferenzialita’ porta a ripiegarci su noi stessi e contagia le persone, i popoli e le culture, anche noi credenti: non di rado appariamo senza idee, senza parole, senza azioni che riaprano i cuori al senso della destinazione dell’esistenza nostra e del mondo”, aggiunge il presidente della Cei. “La rassegnazione a un mondo ingiusto non e’ l’effetto – che ora diventa particolarmente visibile – di una certa depressione escatologica che affligge lo stesso cristianesimo?”.

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