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Il matrimonio degli italiani è… a rate: boom di prestiti per sposarsi

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Il matrimonio degli italiani è… a rate: boom di prestiti per sposarsi

Mer, 27/04/2022 - 17:38

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Cento milioni di euro per sposarsi.

 A tanto ammontano i finanziamenti erogati nei primi tre mesi del 2022 agli sposi che hanno fatto richieste di prestiti personali per pagare la cerimonia del Sì. Secondo un’indagine di Facile.it e Prestiti.it gli italiani sono tornati a sottoscrivere prestiti personali per le nozze. Nel corso del primo trimestre del 2022 il peso percentuale delle richieste di finanziamento per matrimoni e cerimonie è aumentato del 46% rispetto allo stesso periodo del 2021, con un taglio medio di 9.856 euro e un’età media del richiedente pari a 37anni. Il 12% in più, se confrontato con i livelli pre-pandemia rilevati nel primo trimestre 2019.

Dall’analisi, realizzata su un campione di oltre 30.000 domande di prestiti personali, emerge che chi si è rivolto a una società di credito per far fronte alle spese del matrimonio ha cercato di ottenere, in media, 9.856 euro, valore in linea con quanto rilevato nel 2019, da restituire in 60 rate (cinque anni).

In calo l’età media dei richiedenti, che è passata dai 40 anni del periodo pre-Covid ai 37 anni rilevati nei primi tre mesi del 2022.

“Grazie all’allentamento delle restrizioni il 2022 è visto da molti operatori del settore come l’anno di ripresa per l’industria dei matrimoni e i dati sulla richiesta dei prestiti personali sembrano confermare questo trend”, spiega Aligi Scotti, BU Director prestiti di Facile.it. “Positivo il calo dell’età media dei richiedenti su cui hanno avuto un peso anche le politiche a sostegno dei giovani introdotte dal governo, in particolare le agevolazioni per l’acquisto della casa e la sottoscrizione di mutui rivolti agli under 36”.

A presentare richiesta di prestito personale per spese legate ai matrimoni e cerimonie è stata, nel 40% dei casi, una donna; il valore risulta nettamente superiore alle altre tipologie di prestito personale, dove il campione femminile normalmente rappresenta meno del 25% della domanda.

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