Salute

Matrimoni, un “sì” azzardato: serve una riforma dell’agenda politica”

Redazione 2

Matrimoni, un “sì” azzardato: serve una riforma dell’agenda politica”

Lun, 21/02/2022 - 13:59

Condividi su:

In crisi la patria mondiale del matrimonio: l’Italia è sempre stata la roccaforte in particolare delle nozze religiose.

Nel 1970, si registravano circa 450.000 matrimoni e in tale occasione l’Italia si assestò al primo posto nel mondo come numero di unioni matrimoniali rispetto al numero degli abitanti.

I dati Istat, oggi, confermano una crisi profonda di questo istituto, che non dipende soltanto dalla pandemia nella quale ha trovato il suo picco, quanto un fenomeno inesorabile che ha avuto inizio negli anni ’80”.

E’ quanto afferma all’Adnkronos Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami) commentando il crollo dei matrimoni rilevato dall’Istat.

Nell’agenda politica, secondo Gassani, “bisogna mettere la famiglia, in tutte le sue declinazioni, al primo posto per evitare che si ingrossi l’esercito dei single e venga meno il futuro del Paese, ormai sempre più vecchio e senza prospettive future”.

“Già nel 2019 – aggiunge Gassani – i matrimoni furono circa 200.000. Ovviamente la pandemia, soprattutto nel 2020, ha segnato il momento più basso con appena 96.000 matrimoni e almeno 40.000 di quelli rinviati per motivi di sicurezza sanitaria.

Riguardo a quest’ultimi, non tutti si sono poi effettivamente celebrati. Emerge un dato molto significativo: la crisi riguarda anche le unioni civili, ossia il cosiddetto matrimonio delle persone dello stesso sesso.

Si registra un fortissimo aumento delle coppie di fatto secondo un trend consolidato negli ultimi 20 anni. Crolla il tasso si nuzialità anche nel 2021 rispetto al 2019 e il conseguente tasso di natalità: un bambino su 4 nasce da coppie non sposate. Dunque emerge, in tutta la sua drammaticità, una mancanza di politica seria per incentivare la famiglia in senso lato”.

“La crisi economica si riflette anche su scelte di vita personale – prosegue il presidente di Ami – Il dato più significativo riguarda il Sud Italia, da sempre roccaforte indiscussa del matrimonio (Campania e Sicilia), inoltre questo trend negativo si riflette sul tipo di ricevimenti, che vengono organizzati per gli sposi o per gli uniti civilmente, sempre più sbrigativi ed economici segnando il tracollo finanziario di tutto l’indotto che gira intorno al matrimonio (banchetti, viaggi di nozze, fotografi, regali etc.)”.

banner italpress istituzionale banner italpress tv