Sono cinque e non tre come appreso in un primo momento i morti della strage di Licata. Un quadro cruento e drammatico che lascia attoniti.
Sono quattro familiari, tra cui due ragazzi di 11 e 15 anni, le vittime della furia omicida, esplosa stamane a Licata, in un appartamento di via Riesi, alla periferia della cittadina dell’Agrigentino. L’assassino si e’ poi suicidato. Cinque i morti dunque del terribile fatto di sangue.
Angelo Tardino, 48 anni, ha estratto l’arma e ha fatto fuoco contro l’intera famiglia: marito, moglie e i loro due figli minorenni, rispettivamente il fratello Diego, la cognata Alexandra ed i nipoti dell’assassino, Alessia (11 anni) e Vincenzo (15 anni).
Secondo la procura di Agrigento, all’origine della tragedia ci sono “motivi di interesse”. L’assassino era andato alle prime luci del mattino in contrada Safarello, dove si trova la casa di campagna del fratello: nella stessa zona ci sono dei terreni lasciati in eredita’ dal padre, tutti coltivati a primizie. Tra i due fratelli, secondo la ricostruzione dell’episodio, sarebbe scoppiata una violenta lite, l’ennesima, per domande di spartizione delle aree coltivate.
Dopo la strage, l’omicida e’ salito in auto e si e’ dato alla fuga. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Licata, che hanno raggiunto Tardino che nel frattempo si era recato nel centro citta’. I militari a lungo hanno tentato di convincerlo a consegnarsi, ma, durante la conversazione, ha puntato l’arma (usata per la strage) su di se’ e si è ucciso.

