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Mussomeli, il cuore di ‘zi Ferdinando Genco non batte più. Oggi i funerali nella Parrocchia del Carmelo

Carmelo Barba

Mussomeli, il cuore di ‘zi Ferdinando Genco non batte più. Oggi i funerali nella Parrocchia del Carmelo

Lun, 27/09/2021 - 08:14

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MUSSOMELI – La vita terrena si è serenamente conclusa per l’amabile ‘zi Ferdinando Genco” che proprio lo scorso dicembre aveva varcato la soglia dei 100 anni, festeggiato dalla sua famiglia e con il compiacimento di amici e conoscenti. Proprio in quella circostanza, noi del Fatto Nisseno, lo abbiamo intervistato e, con mente serena, ha voluto ringraziare il Padre Eterno per il dono della vita. Una vita in cui ha onorato i valori della Patria, profuso il suo affetto per la famiglia, ed è stato amico e “parintusu” con tutti. Una esistenza formidabile, quella del nonnino zi Ferdinando Genco residente a Mussomeli in Via Tripoli. Va subito detto che, compiuti gli studi ginnasiali a Caltanissetta presso il liceo-ginnasio “Ruggero Settimo”, il nonnino ha prestato servizio militare come allievo sottufficiale nella Scuola di Pinerolo, ed ha preso parte alla seconda guerra mondiale come sergente di cavalleria nella campagna di Grecia-Albania , nel VI reggimento Lancieri Aosta. A seguito dell’attacco sferrato a sorpresa contro il suo reggimento da parte dei partigiani greci, il 14\10\1944, il sergente Genco, privato degli indumenti, delle scarpe e di ogni altro effetto personale, insieme ad un manipolo di soldati, per sfuggire alla cattura e alla morte certa, fu costretto a cercare rifugio nei boschi della catena montuosa del Pinto.  Grazie alla sua conoscenza del greco antico, riuscì a comunicare con la gente del luogo e a sopravvivere al freddo e alla fame, trovando ricovero per sé e per alcuni soldati del suo plotone presso le povere famiglie della montagna. Lì, in cambio di durissimo lavoro, potevano almeno avere un riparo e qualcosa per sfamarsi. Dato ormai per disperso, e poi considerato morto, finalmente nel 1945, riuscì a tornare in patria. Più tardi venne assunto in Comune, dove svolse il suo compito presso vari uffici, e più a lungo come agente delle IICC, il cosiddetto dazio. Sposato nel 1952 con la signora Rosaria Piccica, (deceduta nel 2002) ha avuto tre figlie, Rosalia M. Assunta, Calogera M. Catena e Giuseppa M. Gabriella, e sei nipoti, Giovanni, Ferdinando, Antonio, Violetta, Ferdinando Maria e Nicola. E’ bisnonno di Giuseppe e di Marta.  Ha coltivato la sua passione per la fotografia, per la natura e soprattutto per la lettura: ha amato moltissimo i libri e ha lettoe ogni giorno, per intero, il suo quotidiano preferito “La Sicilia”.  Attivo parrocchiano del Carmelo, è stato membro del Gruppo famiglie, e presidente della Confraternita Santa Maria del Monte Carmelo, per conto della quale ha curato la costruzione della tomba sociale negli anni Settanta del secolo scorso.  Devotissimo alla Vergine SS., ha finanziato il restauro della Madonna della Pace, che nel 2019 è stata restituita all’antico splendore e collocata all’interno della chiesa del Carmelo. Uomo allegro e ottimista, dedicato interamente alla famiglia, ha intrattenuto relazioni cordiali con tutti, ed ha goduto della stima dei suoi conoscenti per i suoi alti valori, l’amore per la patria, per la libertà, per la verità, per la cultura, la dedizione alla famiglia, la sua onestà, il rispetto degli altri, la correttezza e la generosità specialmente nei confronti dei più bisognosi.  Cento anni intensi, laboriosi, a volte dolorosi, certamente spesi bene, che gli ha fatto apprezzare, sempre ed ovunque,  il valore della vita.

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