Salute

Cannavò: “Siate Liberi di respirare”, l’augurio per chi ancora ha timore di ricominciare a vivere

Michele Cannavò

Cannavò: “Siate Liberi di respirare”, l’augurio per chi ancora ha timore di ricominciare a vivere

Gio, 22/07/2021 - 19:58

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Riceviamo e pubblichiamo un invito a recuperare i propri spazi e abitudini trasmesso dallo psichiatra e psicoterapeuta Michele Cannavò

Mi piace pensare alla possibilità di riprendere a respirare, a quella sensazione data dal rientrare in contatto a pieni polmoni con l’ambiente/altro che ci circonda dopo diciassette mesi di stravolgimenti della fisiologia del respiro.

I nostri corpi e le nostre emozioni sono stati stravolti da un ambiente pandemico e da una continua incertezza data da questo allarme persistente che ha modificato la nostra fiducia nell’altro e nella sua capacità di proteggersi e proteggerci.

Una diffidenza che ha aumentato le distanze e reso le relazioni complicate da paradigmi alterati e spesso poco decifrabili.

Per molti, dicono, non è cambiato nulla, ma per tanti altri si sono persi i punti di riferimento e la fiducia che il tempo e il contatto hanno sempre dato. Quelle coordinate geografiche, che nel mare delle relazioni, ci hanno sempre orientato e permesso di sentire/capire che intenzioni ha l’altro.

Vaccini, greenpass, deliri di onnipotenza e tanto altro hanno fatto si, a chi aveva buone reti sociali e connessioni, di non perdere il proprio posto del mondo. Un poter scrivere torno subito in attesa che tutto potesse riprendere a girare veloce e più veloce di prima.

Per tanti altri il ground (pavimento) è totalmente collassato con la frantumazione di sogni, idee, progetti e relazioni. Una catastrofe che ha alterato ogni sfumatura del loro essere nel mondo, con l’insorgere di rabbie spesso indirizzate in altro o verso altri.

Un perdere le qualità del contatto attraverso un respiro non più fluido e sicuro. Immaginate come si può vivere se siete di fronte ad un’opera d’arte e da un momento all’altro può arrivare un terremoto, pensate a come il vostro corpo è condizionato da questo respiro bloccato e terrorizzato. Apprendimenti, risonanze e godimenti sono stati tutti alterati e iscritti nei corpi con la speranza che memorie e nuove azioni presenti e future possano pian piano riparare e attutire crepe e vibrazioni di paura.

Liberi di respirare è il mio augurio per chi ha perso la fiducia nell’ambiente, per chi non riesce più ad uscire di casa perché la solitudine è diventata l’esperienza più sicura e per chi non ha cambiato nulla del suo modo di esistere al mondo.

Un ridare fiducia al proprio corpo, agli altri e alla nostra spontanea capacità di entrare in contatto con l’altro diverso da noi, ma pieno di tutte quelle risonanze che possano permetterci esperienze nuove e riparatrici. Un respirare insieme fidandosi dei principi della reciprocità e dell’empatia secondo i paradigmi relazionali che le nostre famiglie ci hanno trasmesso per generazioni.

Un’epigenetica delle relazioni che abbiamo l’obbligo e dovere di curare per il bene delle generazioni future che si ritroveranno questo evento traumatico nel loro corredo genetico.

Liberi di respirare è un mantra da riprendere giornalmente ognuno con il suo tempo e con la possibilità e umiltà di chiedere l’aiuto necessario. Spazi, natura, relazioni care, arti e psicoterapie oggi più che mai sono i luoghi che possono riabilitarci al respiro e alla consapevolezza di essere.

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