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Asili nido. Ricerca, offerta al centro-nord è 32%, al sud 13,5%: Caltanissetta è ultima

Redazione

Asili nido. Ricerca, offerta al centro-nord è 32%, al sud 13,5%: Caltanissetta è ultima

Mar, 27/04/2021 - 17:20

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In Italia c’e’ una marcata differenza territoriale nella diffusione di Asili nido e servizi per la prima infanzia. Al Centro-Nord la presenza raggiunge il 32%, sfiorando l’obiettivo europeo per il 2026 del 33% e dove in media 2/3 dei Comuni offrono il servizio. La situazione peggiora nel Mezzogiorno, dove i posti ogni 100 bambini si fermano a 13,5 e il servizio e’ garantito in meno della meta’ dei Comuni (47,6%). La differenza e’ di 18,5 punti.

A Bolzano quasi 7 posti ogni 10 bambini; a Catania e Crotone quasi 5 su 100 bambini. Sono questi alcuni dati emersi dalla presentazione online del rapporto nazionale Asili nido in Italia’ promosso dall’impresa sociale Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della poverta’ educativa minorile.

Nella parte alta della classifica si collocano Valle d’Aosta (45,7%) con quasi 1 posto nei servizi socio-educativi per la prima infanzia ogni 2 bimbi residenti, Umbria (42,7%), Emilia Romagna (39,2%) e Toscana (36,2%). Al Sud, ad eccezione della Sardegna che raggiunge il 29,3%, superando cosi’ la media nazionale del 25,5%, Abruzzo e Molise vanno appena oltre la soglia del 20% (ovvero piu’ di un posto ogni 5 bambini), mentre Puglia e Basilicata si attestano poco sotto il 17% e ancor piu’ indietro si collocano Campania (11%), Sicilia (10%) e Calabria (9,4%).

Secondo i dati del report, tutte le province emiliane e romagnole (tranne Piacenza, che e’ comunque al 25,8%), superano i 33 posti ogni 100 residenti (obiettivo europeo al 2026) tra 0 e 2 anni. In Toscana 6 province superano la soglia del 33%; Arezzo, con il 32,7% l’ha praticamente raggiunta e le altre 3 sono poco sotto, con dati superiori al 29%. Di contro, sono tutte meridionali le 8 province che non raggiungono un posto ogni 10 bambini residenti: Trapani (9,7%), Napoli (8,9%), Ragusa (8,7%), Catania (8,1%), Palermo (8%), Cosenza (7,7%), Caserta (6,6%), Caltanissetta (6,2%).

Le medie regionali pero’ nascondono divari all’interno degli stessi territori. Anche nelle maggiori regioni del Sud, caratterizzate da una copertura media piu’ bassa, il livello non e’ infatti uniforme. In Sicilia, l’offerta potenziale presente nella citta’ metropolitana di Messina (17 posti ogni 100 bambini) e’ quasi tre volte quella della provincia di Caltanissetta (6,2%).

In Calabria il dato di Crotone (16,3%) si contrappone a quello di Cosenza (7,7%). In Campania, l’offerta potenziale di Salerno (13 posti ogni 100 bambini) e’ quasi doppia rispetto a Caserta (6,6%). “La poverta’ educativa dei bambini e delle bambine – spiega Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-EU Save the Children Italia onlus – affonda le radici gia’ nella prima infanzia, e si consolida ben prima della scuola primaria. D’altro canto, e’ dimostrato come un asilo nido di qualita’ rappresenti, per i bambini, uno strumento efficacissimo di riduzione delle diseguaglianze di ingresso nel sistema scolastico ed un investimento fondamentale per prevenire la dispersione”.

L’analisi elaborata dall’Osservatorio Poverta’ Educativa di Con i Bambini – “presenta chiaramente e in modo accurato – aggiunge Milano – i gravi squilibri oggi esistenti, in Italia, nella rete dei servizi. Proprio nei territori dove c’e’ maggior poverta’ educativa e dispersione scolastica mancano gli Asili nido e questo rende anche piu’ difficile, per le giovani donne, l’ingresso nel mondo del lavoro”. La carenza di Asili nido al Sud incentiva poi il fenomeno degli anticipatari. In Italia – si legge nel report – sono circa 70mila i bambini che all’eta’ di 2 anni frequentano gia’ la scuola dell’infanzia.

A fronte di una media nazionale del 14,8% di bambini di 2 anni anticipatari, il dato supera il 20% in gran parte delle regioni meridionali, con picchi del 29,1% in Calabria, del 25% in Campania e del 23,7% in Basilicata. Dove sono piu’ sviluppati i servizi per la prima infanzia, come in Valle d’Aosta ed Emilia Romagna, gli anticipatari sono rispettivamente il 5,4% e il 6,7 per cento

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