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Polizia nel Nisseno arresta un venticinquenne per tentato omicidio

Redazione 2

Polizia nel Nisseno arresta un venticinquenne per tentato omicidio

Gio, 18/03/2021 - 11:54

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Il 7 gennaio scorso erano stati esplosi colpi di arma da fuoco all’indirizzo di un’autovettura nei pressi del cavalcavia di via Venezia per diatribe familiari.

I poliziotti della Squadra Mobile e quelli del Commissariato di pubblica sicurezza di Gela hanno dato corso all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Caltanissetta a carico di un venticinquenne, accusato di essere l’autore del tentato omicidio, avvenuto a Gela lo scorso 7 gennaio, ai danni di un gelese di quarantasei anni.

Il provvedimento è stato notificato nella Casa Circondariale di Gela, dovesi trova già recluso per altra causa.

Il ritardo nell’arresto è dovuto al fatto che la vittima, il giorno del tentato omicidio, non aveva sporto alcuna denuncia. La Polizia, però, avendo avuto notiza dei colpi di arma da fuoco sentiti nella zona limitrofa al cavalcavia di via Venezia, ha iniziato le indagini per cercare la vittima ed eventuali testimoni.

Individuata l’abitazione della madre della vittima, sui muri delle scale del condominio, i poliziotti hanno trovato tracce di sangue che hanno fatto ipotizzare che la persona cui erano stati indirizzati i colpi d’arma da fuoco appartenesse alla cerchia dei familiari della donna.

Contestualmente è stata rintracciata anche l’auto, parcheggiata tra i dedali di viuzze gelesi limitrofe all’abitazione, che presentava un foro sul parabrezza; all’interno della vettura i poliziotti hanno trovato anche evidenti tracce di sangue.

Circostanze che hanno consentito di ricostruire la vicenda, aggravata dalla modalità mafiosa con cui era avvenuta.

L’attività investigativa si è protratta per tutta la notte, al fine di scongiurare anche eventuali azioni ritorsive nei confronti dell’autore del delitto. Una volta individuata la vittima, ferita a una mano, è stata sentita in merito all’accaduto.

Sono stati sentiti alcuni testimoni e familiari per risalire al movente, riconducibile a diatribe familiari.

Sono stati effettuati numerosi rilievi sulla scena del crimine e su altri luoghi. Sono state eseguite perquisizioni alla ricerca di prove e dell’arma usata dal Parisi, che però non è stata ritrovata.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati telefoni cellulari dei protagonisti della vicenda e di familiari, dalla cui ispezione sono emersi messaggi importanti che cristallizzano alcune fasi del delitto.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, assunta la direzione delle indagini, ha sviluppato le risultanze investigative acquisite dalla Squadra Mobile di Caltanissetta e dal Commissariato di Gela e, successivamente, ha richiesto al GIP del locale Tribunale l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ordinanza che è stata emessa e notificata oggi in carcere.

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