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Sicilia e Lombardia: ecco dove l’Antimafia è più attiva

Redazione 2

Sicilia e Lombardia: ecco dove l’Antimafia è più attiva

Dom, 14/02/2021 - 15:44

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La Sicilia e’ incubatrice del movimento antimafia piu’ attivo d’Italia insieme a quello della Lombardia.

E’ quanto emerge nel corso della seduta che la commissione speciale Antimafia ha tenuto a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale lombardo.

Due i temi sul tavolo: lo sviluppo nel territorio dell’antimafia sociale e il traffico illecito di opere d’arte, diventato progressivamente fonte di riciclaggio per i clan nella Regione.

“La commissione regionale Antimafia rinnova anche oggi il suo impegno nel sostegno alla ricerca sui temi del fenomeno mafioso e del movimento antimafia -ha sottolineato Monica Forte- e oggi restituisce, al forte tessuto istituzionale e civile della Lombardia, due contenuti avanzati: se da un lato si lancia l’allarme su un mercato illecito poco indagato come quello delle opere d’arte, divenuto progressivamente una centrale di riciclaggio ad altissima efficienza per i clan, dall’altro lato si riconosce come la Lombardia sia stata ed e’ incubatrice del movimento antimafia piu’ florido ed attivo d’Italia insieme a quello della Sicilia”.

Dal rapporto sull’antimafia sociale curato da Cross emerge infatti come in Lombardia fioriscano sempre piu’ numerose le associazioni e le realta’ sociali e culturali che svolgono attivita’ di promozione, comunicazione e realizzazione di eventi che hanno come comune denominatore lo sviluppo di una cultura diffusa della legalita’ e il contrasto a fenomeni mafiosi.

La ricerca ha messo in luce il legame con anniversari e ricorrenze che caratterizza lo sviluppo della maggior parte delle iniziative, spesso progettate proprio come “contenuto” della celebrazione stessa. Ma soprattutto ha evidenziato il ruolo e il coinvolgimento delle scuole, sia in qualita’ di pubblico che come spazio di realizzazione di iniziative, e il ruolo rilevante ed eclettico delle Universita’.

Attenzione particolare e’ stata dedicata anche alla comunicazione online: analizzando siti e social network, dove la funzione “antimafia” di facebook risulta fondamentale nel far conoscere le iniziative e diffondere la cultura della legalita’ tra gli utenti.

Tra i limiti si riscontra una scarsa disponibilita’ di risorse e, nelle piccole realta’ editoriali locali, una limitata capacita’ di svolgere inchieste sui territori piu’ periferici sui quali pertanto rischia di ricrearsi un nuovo “cono d’ombra” dell’attenzione pubblica.

“La tendenza recente a rappresentare storie di empowerment del movimento antimafia nel teatro e in altre forme artistiche ha come esito il contrasto della legittimita’ della mafia -ha evidenziato Nando Dalla Chiesa-.

Contribuiscono in questa direzione anche l’informazione e la realizzazione di festival incentrati sui beni confiscati, azione particolarmente importante in Lombardia”.

I dati del Policy paper sul traffico illecito di opere d’arte curato da Polis Lombardia, mostrano innanzitutto un calo rilevante dei furti di opere d’arte dal 2006 al 2019 a livello nazionale. Dal punto di vista geografico, le regioni piu’ popolose figurano in genere ai primi posti per numero di furti registrati. Nel 2006 e 2007 le prime tre regioni erano Piemonte, Lazio e Lombardia, seguite da Toscana, Campania ed Emilia-Romagna.

Tutte queste regioni riportavano oltre cento furti all’anno ma la relazione 2019 mostra che solo Lazio e Lombardia hanno superato i 50 furti all’anno nel 2018 e nel 2019.

Nel suo intervento l’assessore regionale alla Polizia Locale, Sicurezza e Immigrazione, Riccardo De Corato enfatizza l’importanza dell’investimento sull’educazione dei giovani alla legalita’.

“Grazie alla collaborazione con l’ufficio scolastico regionale, sono stati creati in ogni provincia lombarda centri di promozione della legalita’, che costituiscono un esempio di eccellenza nel panorama nazionale- ricorda De Corato-

Questi centri sono impegnati a sviluppare e rafforzare una consapevolezza critica nei confronti della corruzione e della criminalita’ organizzata tra i giovani in eta’ scolare”. Da ricordarsi, aggiunge l’assessore, “anche il finanziamento di una borsa di studio triennale sul tema della legalita’, di cui quest’anno ci sara’ la seconda edizione”.

Le relazioni annuali del Comando TPC dei Carabinieri offrono anche informazioni sul tipo di beni rubati: la gran parte dei furti riguarda le categorie di numismatica, le librerie, gli archivi e i musei. Risultano commissionati dalla criminalita’ organizzata alcuni dei piu’ significativi furti di grande valore artistico ed economico, come il furto associato a Gaetano Badalamenti della Nativita’ con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi rubato a Palermo e ancora oggi disperso, oppure il furto dei due quadri di Van Gogh rubati ad Amsterdam nel 2002 e recuperati nel 2016 a Napoli in un edificio di proprieta’ del boss Raffaele Imperiale. Come ha sottolineato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri il Generale Giovanni Nistri, “non e’ mai stata trovata alcuna prova del coinvolgimento di associazioni mafiose nell’organizzazione diretta e continuativa del traffico di beni culturali, ma il coinvolgimento di individui affiliati a clan mafiosi e’ stato piu’ volte dimostrato e sospettato nel corso di molte indagini”.

In forte calo risultano anche i furti di beni archeologici: le relazioni del Comando TPC dei Carabinieri evidenziano come dopo il picco di quasi 250 scavi illeciti registrati in Italia nel 2008, dal 2015 gli scavi illeciti segnalati non superano la ventina all’anno, a fronte sia di una intensificazione dei controlli che di una sostanziale riduzione di siti scavabili di interesse. “Ultimamente abbiamo delle evidenze di proventi internazionali dei traffici di sostanze stupefacenti sono reinvestiti in opere d’arte- osserva il Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano Alessandra Dolci- . E’ quindi importante una sensibilizzazione su questi temi e interrelazioni, con l’obiettivo di prevenire l’interesse di stampo mafioso verso il settore dell’arte”.