Alcuni giorni orsono tale Faraone, parlamentare del Partito democratico, ha dichiarato di essere molto onorato di aver servito la cena agli immigrati. È stato bravo ad offrire i propri servigi ai poveracci provenienti dall’ Africa e pubblicamente lo lodiamo. Però abbiamo un appunto da rivolgergli. Come mai si è messo a disposizione con tanto entusiasmo degli sfigati, indubbiamente meritevoli di soccorso, ricevendo elogi a tutto spiano, mentre se ne è sbattuto, lui e il Pd, dei terremotati i quali da anni sono condannati a vivere peggio che sui barconi dei neri.
Se gli italiani sono nella disperazione, ricoverati in baracche, al freddo o al caldo torrido, non c’ è anima che si intenerisca, nemmeno quella apparentemente gentile di Faraone. Vengono abbandonati dallo Stato e in genere dalle istituzioni, devono arrangiarsi e macerarsi in indicibili sofferenze. Le loro afflizioni sono considerate normali, effetto di calamità naturali inevitabili. Essi sono visti quale problema noioso pressoché irrisolvibile.
Mancano i mezzi per aiutare i senzatetto, coloro che hanno perso tutto, persino la speranza, a causa del sisma. Questi ultimi sono costretti ad invidiare i naufraghi del Mediterraneo dato che costoro vengono assistiti a furor di popolo, accolti, coccolati, sono oggetto di dispute politiche tra chi vuole chiudere i porti e chi invece li vuole spalancati a qualsiasi persona proveniente dalla Libia.
Le vittime delle scosse telluriche al contrario sono rompiscatole che piangono e basta, e bisogna che si arrabattino con mezzi propri, mentre gli extracomunitari provenienti dal mare richiedono ogni riguardo. Non solo di essere salvati, ma ricoverati, favoriti. Almeno a parole. Se poi, una volta sbarcati sono buttati quali cenci per strada, costretti a campare all’ addiaccio, a fare i propri bisogni nelle aiuole delle metropoli, non importa: si rassegnino. L’ importante è dare l’ illusione a questa gente di essere ricevuta e accudita.
Intanto i nostri connazionali del Lazio e dell’ Abruzzo ridotti in miseria possono morire. Della loro sorte non frega nulla a nessuno. Si vergogni Faraone e tutti quelli della sua risma. (di Vittorio Feltri, fonte liberoquotidiano.it)