Salute

“E sedutosi … li ammaestrava …”: Prendete e mangiate prendete e bevetene! (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava …”: Prendete e mangiate prendete e bevetene! (di don Salvatore Callari)

Lun, 04/06/2018 - 07:00

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Si celebra oggi la festa del Corpus Domini, cioè del Corpo e Sangue del Signore. L’espressione è da intendersi, in modo specifico, relativa a Gesù Cristo, che ha avuto in terra un corpo umano , ma dopo la sua ascensione al cielo, non è rimasto sulla terra con il suo corpo in carne ed ossa come era stato prima. Però ha lasciato il suo corpo sotto altra “specie” ma ovviamente in un mistero che ha la sua visibilità e la sua “sensibilità”, quella del pane e del vino. E ha detto, offrendoli agli apostoli, che per suo volere e potestà divina, diventavano il suo corpo e il suo sangue. La Chiesa ha sempre creduto e crede che questa è una verità fondamentale della vita cristiana. Un elemento essenziale della nostra fede, che noi oggi solennemente proclamiamo e professiamo. La vita cristiana ha bisogno di esprimersi anche con gesti di culto esterno. Anche la esteriorità ha il suo valore, se è animata dal sentire interiore. Ed è esatto dire che la fede cristiana deve essere espressa anche in modalità concrete, quindi
“ esterne”. Ciò vuol dire che la vita cristiana “ parte” dalla fede “ invisibile” e si sviluppa nelle opere. La fede è conoscenza ed anche sentimento, anzi possiamo dire che è “ collaudata” dal sentimento, che, poi, è “amore”. Nella celebrazione di oggi abbiamo un grande segno, la processione, che deve essere un “segno” di fede. Ma ci domandiamo: quale rapporto ha la nostra fede con il “Corpus Domini “? cioè con la Eucaristia, ? Accenniamo, quasi uno schizzo minimo di teologia biblica, a due aspetti: quello storico e quello esistenziale. Il primo ci ricorda che l’Eucaristia, istituita da Gesù nel cenacolo , è il solenne e definitivo “patto di alleanza” che rinnova quello antico di Mosè. Alleanza stipulata “nel sangue”, cioè col sacrificio di animali il cui sangue veniva versato sull’altare e anche veniva asperso sul popolo. Un gesto che intendeva stabilire quasi “una parentela di sangue” tra il popolo e Dio stesso. Per il nostro interesse spirituale- esistenziale: Gesù nobilita ancor più misteriosamente il “ patto della Nuova ed eterna Alleanza stipulata “nel suo sangue” che sarà versato con la sua crocifissione, e che potrà essere bevuto in una più “reale ed intima parentela” , nella comunione con il suo corpo e il suo sangue. E più che i sacrifici antichi, il suo sacrificio è per la salvezza di tutti gli uomini, se ne mangeranno e berranno degnamente. E’ il pegno e la garanzia della gloria futura. Però con la fede sincera che accoglie e vive il mistero della reale presenza di Cristo nella Eucaristia.

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