MUSSOMELI – Certo che per essere “Paese delle Confraternite” nella terra manfridae non continuano a non fare difetto le polemiche all’ombra degli oratori.
Mussomeli fu infatti dichiarato “Paese delle confraternite” con apposita delibera della Giunta Calà approvata a marzo del 2015, accogliendo la proposta che era stata formulata ad ottobre del 2014 dai rispettivi priori delle cinque storiche confraternite cittadine dopo l’enorme successo riscosso dal convegno “Il patrimonio Culturale Immateriale, una risorsa per la comunità”, organizzato presso la chiesa madre dall’arciconfraternita Ss. Sacramento della Madrice con la collaborazione di tutte le altre confraternite.
Vari esperti e autorevoli studiosi universitari si erano alternati nei loro interventi rimarcando la presa di coscienza dell’enorme patrimonio culturale che la storia delle confraternite rappresenta per la comunità, incuneandosi nel solco tracciato dall’arciprete padre Pietro Genco che però, in apertura, aveva parlato “di autentici valori spirituali da trasmettere in eredità, e non di semplici medagliette e riconoscimenti da appuntare sul petto o di spettacoli coreografici”.
In qualche modo, insomma, i prodomi di quel che sarebbe poi successo, erano già in divenire. Come per altro aveva a sua volta sottolineato il vescovo durante la Domenica delle Palme del 2013 quando, nella processione introitale, non aveva indossato l’abitino a lui donato dall’arciconfraternita della Madrice. Un gesto da qualcuno interpretato come un chiaro segnale di dissenso per le contraddizioni interne al sodalizio religioso anche allora presenti. Infine, e siamo al 2016 (nel frattempo c’era stata anche la sospensione della confraternita della Madonna delle Vanelle, poi reintegrata), successe un altro increscioso fatto, quando nessun rappresentante delle cinque confraternite di Mussomeli partecipò all’incontro diocesano convocato a Caltanissetta per il Primo maggio. Una protesta chiara contro quella convocazione in un giorno di tradizionali scampagnate e gite fuori porta, che mise fine a una consolidata consuetudine, vale a dire la presenza del vescovo in città il giorno delle Palme, come sempre aveva fatto, per rispetto alla montana Mussomeli, “La figlia più lontana e impervia di questa Diocesi”.
Sia come sia, Mussomeli diventa ufficialmente “Paese delle confraternite” il 10 febbraio del 2016, con la delibera n. 9 approvata dal Consiglio comunale (presente in aula la sola maggioranza). Nel corpo della delibera vengono richiamati il ruolo e i valori delle confraternite “Custodi delle tradizioni religiose e della pietà popolare”, per altro anche veicolate in varie università europee o in appositi convegni, nell’ambito di scambi interculturali.
Uno stato di fatto che, forse, a qualcuno ha fatto perdere di vista l’essenza stessa dei sodalizi religiosi, come per altro espressamente richiamato dal vescovo nel regolamento allegato alla sua ultima lettera alla confraternita. Regolamento ricavato dallo statuto. Il vescovo traccia un solco dritto e netto e chi non intende starci dentro, automaticamente si pone fuori (sono previste espulsioni). Mons. Russotto per altro ha anche stilato un articolato calendario delle catechesi, ben venti incontri distribuiti nell’arco di dodici mesi, che si concluderanno a febbraio del 2019 proprio con l’incontro “Il Padre Nostro” tenuto dal vescovo. Incontri ai quali corre l’obbligo di partecipare.

