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Mussomeli, Arciconfraternita parla un confrate

Carmelo Barba

Mussomeli, Arciconfraternita parla un confrate

Gio, 15/02/2018 - 18:03

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MUSSOMELI –  “Ma se il vescovo voleva punire quelli che tutti sappiamo, perché ha sospeso un’intera confraternita e non ha, invece, buttato fuori i soli colpevoli?”

Rifuggono più o meno tutti, i confrati, dal rilasciare dichiarazioni ufficiali alla stampa in questo particolare e per molti versi imbarazzante momento della loro vita comunitaria.  E abbiamo faticato non poco anche per avere chiarito qualche dubbio sugli ultimi provvedimenti del vescovo circa le processioni e gli abitini da indossare.

Un confrate alla fine, con l’impegno di mantenere il suo anonimato, ha accettato di parlare con noi.

“Per abitino – dice il confrate- si intende la pettorina, ma è chiaro, secondo me, che si escludono anche gli altri paramenti, ovvero le tuniche con le mantelle e quindi si dovrà partecipare in abiti civili ai Venerdì di Quaresima e alla Domenica delle Palme, almeno io così la interpreto, mentre il Giovedì e il Venerdì Santo, ci saranno le tradizionali processioni con i lamentatori, ma tutti i confrati dovranno indossare lo stesso abitino e si potrà portare soltanto lo stendardo. Non ci saranno cappe privilegiate né altri paramenti ambiti. Rimane tuttavia da capire se si troveranno le forze sufficienti per portare in processione l’Ecce Homo il Giovedì, e quindi il Cristo Morto e l’Urna il Venerdì Santo. E questo perché c’è davvero molto scontento per questo provvedimento del vescovo, perché lui non ha punito i diretti interessati, ma è stata punita un’intera confraternita. E’ come se in una famiglia numerosa sbaglia soltanto un figlio e il padre punisce tutti, indistintamente. In questo modo non si correggerà mai chi sbaglia davvero”.

Quindi voi sapete a chi, nello specifico è diretto tale provvedimento.

“Certo che sì, perché le guerre interne alla confraternita le conosciamo tutti, così come quelli che hanno causato questa situazione. Il vescovo però poteva prendere provvedimenti nei confronti dei diretti interessati, punirli ed eventualmente espellere tale combriccola per purificare la confraternita. In questo modo invece ci sono anche anziani confrati che neppure sanno se l’anno prossimo ci saranno ancora e potranno di nuovo indossare le tuniche. Anziani che si ritrovano puniti senza colpa alcuna, come la stragrande maggioranza dei confrati. Mi chiedo che punizione sta dando il vescovo? Secondo me sbaglia”.

Perché se in confraternita tutti conoscete coloro hanno provocato tale stato di fatto, non avete preso provvedimenti drastici nei loro confronti?

“Perché il Consiglio Direttivo s’è dimesso prima del tempo. D’altronde è lo stesso vescovo che indica nella sua lettera il comportamento irresponsabile di alcuni confrati. Quindi lui sa bene chi sono”.

Ma se lo sapete anche voi è tacete, di fatto avallate quel comportamento e quindi siete corresponsabili. Perché l’Assemblea non si è pronunciata sull’eventuale espulsione?

“Perché l’Assemblea annuale non s’è tenuta.”

Scuse, potevate chiederne una straordinaria e lei che è confrate di vecchia data lo sa bene.

“Non so bene come funziona e francamente, per quanto mi riguarda, sta parlando con un ex confrate, perché siamo in molti ad esserci stufati di vivere in questa situazione e viste le nuove regole dettate dal vescovo, con catechesi e quant’altro, io sarò automaticamente espulso perché non intendo parteciparvi”.

Insomma, come è naturale, la state vivendo male questa situazione.

“Per forza, con tutto l’imbarazzo che tali persone stanno provocando alla confraternita…”.

E di quella lettera scritta dal Consiglio direttivo si sa nulla?

“Nulla di nulla, vige il segreto più assoluto”. (ROBERTO MISTRETTA)

 

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